mercoledì, Marzo 19, 2025

Maestri della movimentazione di elementi precast: il grande know-how Autovictor

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Tra le attività molteplici e diversificate del campione piemontese dell’heavy lifting spicca il know-how nella movimentazione e nel montaggio di elementi precast. Dal sopralluogo in cantiere, l’iter di competenza si sviluppa nella progettazione ed esecuzione degli interventi con l’apporto di un team di alta competenza

Prima, la presentazione, doverosa. Laureato in Ingegneria Civile a indirizzo strutturale geotecnico presso il Politecnico di Torino, Mauro Forni, dall’apprendistato fino a ricoprire incarichi di maggiore responsabilità – come quelli del direttore di produzione e di cantiere – si è sempre occupato di prefabbricati, spesso relativi a importanti opere infrastrutturali. Da cinque anni collabora con Autovictor come responsabile del montaggio dei prefabbricati per gli edifici industriali e per le infrastrutture viarie. La persona giusta con cui parlare per addentrarci in questo specifico mondo che richiede altrettante specifiche conoscenze.

Mauro Forni

Un lavoro, tante attività

Seguire il comparto prefabbricati significa occuparsi di molteplici attività tutte collegate tra loro e finalizzate a dare al cliente il miglior servizio possibile. “La mia attività – esordisce l’ingegner Forni – parte dall’esame dei progetti, con la valutazione delle difficoltà operative. Si devono stimare le risorse necessarie in termini di personale, di mezzi operativi, di tempo, e i relativi costi. Redatto il programma di impiego del personale e dei mezzi operativi, si passa alla definizione delle procedure e delle sequenze di montaggio dello specifico progetto, di concerto con l’ufficio sicurezza di Autovictor e con l’ufficio di sicurezza e il progettista del committente e sempre con il confronto con il Coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione. La definizione del crono-programma esecutivo precede i sopralluoghi in cantiere per la verifica della condizione dei siti, dell’avanzamento delle attività propedeutiche al montaggio dei prefabbricati, delle eventuali interferenze (quali la presenza di altre imprese, scavi aperti, viabilità di cantiere inadeguata, gru a torre, linee aeree, o di sottoservizi in corrispondenza delle aree di posizionamento della autogrù). Ovviamente ci sono poi i sopralluoghi all’inizio dei lavori e durante la loro esecuzione”.

Complessità in campo

Spesso il montaggio dei prefabbricati avviene a notevole altezza da terra e, nonostante lo sviluppo di piattaforme di lavoro sempre più performanti e agili, in alcuni casi risulterebbe preferibile poter “sbarcare” dalla navicella della PLE e operare direttamente sui prefabbricati già posati. Continua Forni: “tale operazione, rappresenta una criticità importante che impone una attenta valutazione e una attenta progettazione delle misure di sicurezza da mettere in atto per garantire la sicurezza degli operatori e richiede la disponibilità di speciali PLE progettate per consentire lo sbarco in quota degli operatori. Valutazioni fatte in stretta collaborazione con il Responsabile del Servizio di sicurezza e prevenzione di Autovictor, l’ingegner Gianluca Santo” e sottoposte per preventiva autorizzazione al Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione ed all’ente di controllo territorialmente competente.
Altra variabile da tenere sempre sotto controllo è la corretta sequenza di montaggio, soprattutto per quanto riguarda i fabbricati con elevato sviluppo in altezza e in pianta, che deve essere valutata sia in funzione della necessità di assicurare la stabilità in fase transitoria della struttura e sia in funzione delle difficoltà di raggiungere, di volta in volta, il punto di posa del prefabbricato in presenza di parte della struttura già edificata. Quest’ultima rappresenta un ostacolo sia per le autogrù sia per le PLE. Quindi è una valutazione da fare in stretto contatto con il progettista dell’opera.
Particolarmente complesse sono le interferenze con altre lavorazioni. “Solitamente”, continua Forni, “il montaggio dei prefabbricati inizia quando nell’area sono ancora in corso le attività di realizzazione delle fondazioni e prosegue quando in alcune aree iniziano le lavorazioni impiantistiche. Pertanto, è indispensabile un accurato e continuo coordinamento delle attività di cantiere”.

Le macchine utilizzate

Ma quali sono le caratteristiche da ricercare nelle macchine utilizzate in questa particolare tipologia di lavoro? “Le autogrù devono essere il più compatte possibile – spiega l’ingegner Forni – Questa prerogativa dev’essere compatibile con la necessaria portata utile, e le stesse macchine devono essere preferibilmente dotate di due argani di sollevamento, per verticalizzare in sicurezza gli elementi che lo richiedono, quali pilastri e pannelli di tamponamento, senza il supporto di una seconda autogrù. In alcuni cantieri, dove l’accesso dei mezzi di trasporto è difficoltoso o impossibile, la gru deve essere cingolata, in modo da agire da pick & carry, potersi quindi muovere con il carico sospeso e dunque prelevare il prefabbricato nella zona raggiungibile dal trasporto e trasferirlo alla zona di montaggio. Venendo alle piattaforme, in alcuni casi devono essere in grado di raggiungere posizioni interne al fabbricato superando ostacoli ad altezze considerevoli; dunque, devono avere grandi capacità di sbraccio con il minimo ingombro ed essere dotate di braccio finale articolato (jib) in modo da raggiungere agevolmente aree distanti e poste dietro a ostacoli”.
Nella posa di prefabbricati ordinari per edilizia industriale di solito vengono impiegate autogrù telescopiche da 80 a 200 t di portata. In casi più rari, si arriva a utilizzare macchine fino alle 500 t.
Tra le cingolate spicca per il suo frequente utilizzo la Liebherr LTR 1100 da 100 t. Come PLE, in genere si usano le semoventi articolate; mentre in casi particolari, quando le piattaforme devono operare su solette in quota o in ambienti industriali, vengono impiegate macchine a sviluppo verticale elettriche o cingolate articolate con stabilizzatori. Da segnalare l’utilizzo anche di un’attrezzatura particolare, la torre di sostegno oleodinamica per la posa di elementi di galleria, specificatamente progettata per la posa di semiarchi di galleria secondo lo schema statico dell’arco a tre cerniere.

In cantiere

Per esemplificare l’attività di Autovictor in questo specifico settore vale la pena analizzare due recenti cantieri, molto differenti tra loro per attività e location.
Situato alle porte della capitale francese, ha visto la costruzione di un edificio destinato all’attività di “Data Center” in un’area di circa 20 ettari punteggiata da numerosi altri edifici con il medesimo scopo. Ad Autovictor è stato affidato il montaggio di elementi prefabbricati prodotti in Italia per la realizzazione di un edificio di circa 35.000 mq su tre piani oltre al piano terra, con altezza massima di 20 m.
I prefabbricati da posare erano circa 3.000, divisi in pilastri, travi, elementi di solaio e pannelli di tamponamento, con peso variabile da 5 a 20 t ciascuno. “Il cantiere parigino ha rappresentato un’importante occasione di confronto con procedure di sicurezza e di gestione delle aree di lavoro adottate in un Paese straniero – continua Forni – Se è vero che la direttiva alla fonte del Decreto Lgs. 81/2008 (testo unico sulla sicurezza) è europea (Direttiva quadro europea 89/391 CEE), è altrettanto vero che la sua applicazione si diversifica nei vari Paesi. In particolare abbiamo potuto apprezzare il rigido controllo sugli ingressi a ogni area di lavoro, delimitata fisicamente da recinzioni invalicabili e da tornelli, l’accesso ai quali era autorizzato solo se in possesso dello specifico pass per quella specifica area (tenuto conto della ditta di appartenenza, del committente diretto e della specifica mansione) e solo se in possesso di tutti i DPI previsti per quell’area e quella specifica mansione con puntuale e inflessibile verifica da parte di personale specializzato. Il nostro impegno, circa 8 mesi con un’autogrù da 130 t, è stato caratterizzato dalla necessità di adattare di volta in volta i programmi di montaggio in funzione dell’effettivo ordine di consegna dei prefabbricati, che arrivando dall’Italia con un trasporto di circa 1.500 km, frequentemente veniva modificato. Anche la normativa sui trasporti legali, diversa in Francia rispetto all’Italia, ha influenzato il numero di prefabbricati in consegna giornaliera, essendo il tonnellaggio ammesso sensibilmente più basso che in Italia, e conseguentemente essendo richiesti più trasporti per la consegna di un determinato numero di manufatti”.

S

Il secondo sito di intervento che prediamo in considerazione si trova a Savigliano, in provincia di Cuneo. Questo cantiere, tutt’ora in corso di esecuzione, si caratterizza per due aspetti specifici: la notevole altezza dell’edificio da costruire, oltre 40 m, e la particolarità dei dispositivi di vincolo, costituiti da speciali connessioni di Peikko in grado di trasferire anche i momenti flettenti tra colonne prefabbricate e travi prefabbricate, rendendo in tal modo iperstatica la struttura anche in fase transitoria, prima dei getti integrativi.
Questo sistema richiede grande precisione nella produzione dei manufatti e altrettanta precisione nel loro posizionamento in opera e nel controllo delle deformazioni in fase di montaggio. Forni rileva che “la notevole altezza e le fasi costruttive previste dal progetto esecutivo, che prevedono la realizzazione e la solidarizzazione a step degli orizzontamenti inferiori prima di procedere con gli orizzontamenti superiori, comporta l’impiego di piattaforme di notevole altezza. Per raggiungere tutti i punti di lavoro a 40 m di altezza superando l’ostacolo rappresentato della parte di struttura già realizzata, è necessaria una piattaforma da 68 m, che ha un ingombro pari a un’autogrù di media portata, quindi piuttosto impegnativa per la logistica del cantiere”.
I pilastri sono stati prefabbricati in due tronchi sovrapposti, il cui primo concio, dell’altezza di circa 27 m e del peso di circa 60 t, è solidarizzato alle fondazioni mediante tiranti bullonati, così come il secondo concio rispetto al primo. Il controllo della verticalità, sia all’atto della posa che in corso di montaggio, è stato rigorosamente controllato dagli operatori Autovictor mediante i dispositivi laser in dotazione e ricontrollato a più riprese dal topografo mediante stazione laser totale.

Il team Autovictor

Per questa tipologia di lavori le squadre di montaggio sono in genere composte da quattro operatori: un Caposquadra Montatore, un Montatore, un Imbragatore e un Gruista. Il primo è un montatore di grande esperienza, con la qualifica di preposto, in grado di consultare le tavole grafiche di progetto, di utilizzare le attrezzature previste (strumenti laser, chiavi dinamometriche), di individuare le portate nominali delle apparecchiature di sollevamento verificandone l’idoneità sulla base dei pesi degli elementi e degli schemi di movimentazione e posa, di interpretare le specifiche progettuali relative ai sistemi di vincolo da applicare e alle sequenze di montaggio, di mettere in opera le previste misure di sicurezza e di sorvegliarne la corretta applicazione da parte dei suoi sottoposti. Il caposquadra inoltre fornisce le necessarie istruzioni all’operatore dell’autogrù per la corretta movimentazione del manufatto fino al raggiungimento della giacitura definitiva. Il caposquadra è anche operatore di PLE. Il Montatore opera seguendo le direttive del caposquadra, collaborando con lui alla movimentazione e alla posa dei prefabbricati e alla corretta installazione dei previsti dispositivi di solidarizzazione. Anche il Montatore è operatore di PLE. L’ Imbragatore è invece l’operatore a cui viene affidato il compito di imbragare il manufatto a terra con i dispositivi di sollevamento previsti, quali perni, maniglioni, funi, bilancini, distanziali, o carrucole. In genere opera a terra o sul pianale dell’autocarro. Il gruista manovra esclusivamente l’autogrù utilizzata.

Una formazione specifica

Come accennato, è indispensabile che gli operatori in cantiere ricevano una formazione ad hoc per questi lavori che richiedono un’elevata preparazione professionale. “La preparazione necessaria prevede diverse dinamiche – spiega l’ingegner Gianluca Santo, RSPP di Autovictor – Innanzitutto, una conoscenza per principi generali delle più ricorrenti normative relative alla sicurezza cantieri, quali il D.Lgs. 81/08 e la circolare del Ministero del Lavoro n. 13/82. A seguire, l’apprendimento delle più ricorrenti disposizioni legislative in fatto di lavoro in quota. Per tale argomento, molto vasto ma fondamentale per la mansione di montatore di prefabbricati, forniamo al nostro interno una panoramica della normativa per punti essenziali, soffermandoci sulla scelta del D.P.I. o D.P.C. più idonei nei casi più ricorrenti e sulle più ricorrenti modalità di accesso in quota. In terzo luogo, il possesso di dati e informazioni sulla portata di funi, ganci, carrucole, dispositivi di sollevamento in genere. Poi, la capacità di valutazione delle condizioni di stoccaggio in cantiere dei prefabbricati, che devono necessariamente risultare in sicurezza anche in tutte le fasi transitorie. Altre fasi di competenza comprendono la conoscenza delle norme di impiego delle PLE, con particolare riferimento al corretto impiego dei DPI necessari per attività svolte dalla navicella della PLE stessa; l’illustrazione panoramica dei più ricorrenti sistemi di vincolo definitivo dei prefabbricati; e, per finire, l’esperienza con le modalità di applicazione dei più ricorrenti sistemi di aggancio dei prefabbricati per la loro movimentazione.
Tali argomenti vengono illustrati a ogni nuovo addetto in ingresso in azienda, abbinando alla formazione in aula anche un addestramento sul campo; vengono poi ribaditi a tutti gli addetti periodicamente, in occasione dell’illustrazione del piano di montaggio dei prefabbricati prevista all’inizio di ogni nuovo cantiere. In molti casi le soluzioni di montaggio degli elementi prefabbricati vengono condivise con i capisquadra in modo da applicare sempre in cantiere quanto riportato nei documenti”.

BIM, la necessità progettuale

In considerazione della costante diffusione dell’utilizzo del BIM nell’edilizia, peraltro obbligatorio per i lavori pubblici oltre certe soglie economiche, ritengo utile introdurre la disponibilità dei modelli BIM anche ai capisquadra in cantiere, mediante la disponibilità di un tablet, ovviamente previa adeguata formazione e relativo addestramento. “La consultazione del modello BIM durante il montaggio consentirà una più immediata e completa informazione sui particolari costruttivi – specifica l’ingegner Forni – Parliamo dei dispositivi di vincolo complessi e differenziati, sulle sequenze di montaggio, sulla disponibilità dei prefabbricati in stabilimento, sul rispetto del crono-programma. Inoltre, consentirà la segnalazione puntuale di eventuali anomalie o di eventuali modifiche in corso d’opera con conseguente automatico aggiornamento dei prefabbricati interessati da tali modifiche e degli ‘as built’ da impiegarsi per successivi interventi sulla stessa struttura, per manutenzione o modifiche. La disponibilità del modello consentirà infine l’immediato aggiornamento dell’avanzamento del cantiere, con conseguenti benefici sul controllo dei tempi e dei costi”.

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