La diga foranea di levante del Porto di Catania, lunga 2.250 metri, è da oltre un secolo il baluardo più avanzato di difesa dell’infrastruttura portuale dalle mareggiate che investono periodicamente il litorale ionico. Oggi, grazie a un imponente cantiere di consolidamento e potenziamento, l’opera entra in una nuova fase storica, con un approccio progettuale e costruttivo che integra materiali ad alte prestazioni, tecniche di posa di ultima generazione e un impianto logistico di eccezionale complessità.
L’appalto, affidato dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale all’accorpamento temporaneo di imprese Consorzio Stabile Grandi Lavori (mandataria), Cosedil ed ECC (mandanti), con RCM Costruzioni e Fincosit quali imprese consorziate esecutrici, ha come obiettivo principale la manutenzione straordinaria e la ricarica della mantellata, oltre al completamento statico e volumetrico della testata.
La diga foranea si compone di un tratto originario realizzato nei primi decenni del Novecento con parete verticale, successivamente protetta da una mantellata esterna, e di un prolungamento di 300 metri costruito nel 2000 in prosecuzione del tracciato storico. Gli eventi meteo-marini, culminati con il ciclone Athos del marzo 2012, hanno determinato cedimenti del corpo diga e gravi deformazioni della sagoma della mantellata sia in sommità sia in profondità. È in questo scenario che il progetto di consolidamento trova la sua ragion d’essere.

Le scelte progettuali: un sistema stratificato di protezione
L’intervento sul corpo diga principale, dal metro 0 al metro 1.914, e sulla testata terminale alla progr. 2.250, prevede sezioni tipologiche differenziate. Per la mantellata foranea si prevede la posa di blocchi artificiali di tipo speciale Antifer in conglomerato cementizio di massa superiore a 30 tonnellate, con berma superficiale orizzontale di 10 metri a quota +8,80 m s.l.m. e una scarpata esterna inclinata 2:1 fino a -8,00 m.
Tra -8,00 e -14,00 m, è prevista una prima berma in scogli lavici di terza categoria, larghi 8 metri e spessi 6 metri, inclinati 3:2. Più in profondità, fino a quote tra -17 e -20 m, si sviluppa una seconda berma di contenimento larga 4 metri in scogli di prima e seconda categoria.
In testata, dove la pressione dinamica dell’onda incidente è più elevata, sono stati previsti Antifer da 45 tonnellate posati con medesima scarpata 2:1 e una doppia berma di base: la prima, tra -8 e -14 m, larga 10 metri in scogli di terza categoria; la seconda, da -14 m al fondale, larga 5 metri in scogli di prima e seconda categoria.
Il progetto contempla il sopraelevamento del muro paraonde fino a +8,50 m, tramite moduli prefabbricati in conglomerato cementizio vibrocompresso, lunghi 3,70 m e alti 2 m, con armature di ripartizione in calcestruzzo Rck 45 N/mm² per esposizione XA3, XD3, XS2 e XS3, come previsto dalle normative UNI. Ciascun modulo viene ancorato al massiccio esistente mediante 12 barre Dywidag Gewi inghisate con malta espansiva, di cui 4 ø50 mm lunghe 4 metri e 8 ø25 mm lunghe 1,5 metri.

Fondi marini e sicurezza strutturale
I criteri di dimensionamento seguono le Raccomandazioni Tecniche del Ministero dei Lavori Pubblici per le dighe frangiflutti, con verifiche di stabilità globale condotte secondo i metodi di Bishop (carichi statici e moto ondoso) e Bell (condizioni sismiche). Il muro paraonde è stato progettato per garantire il sormonto delle onde solo in eventi con tempo di ritorno superiore a 10 anni.
La ricarica della mantellata impiega 90.000 tonnellate di massi naturali approvvigionati nell’area di Melilli e prefabbricazione di blocchi Antifer presso centri di produzione specializzati. La pavimentazione originaria in basolato lavico sarà sostituita da conglomerato bituminoso confezionato a caldo con strati di base, binder e usura, previa formazione di massetto di livellamento e sottofondazione in tout-venant di cava.
A livello di finiture, il progetto mantiene un legame con la tradizione attraverso l’uso di basole di pietra lavica in prossimità della vecchia testata, con orlatura laterale lavorata a puntillo grosso. Viene inoltre realizzata una nuova cunetta alla francese, lunga oltre 1.900 m, per la raccolta e dispersione delle acque meteoriche e di overtopping mediante bocche di lupo ogni 10 metri.

Le dotazioni accessorie e la nuova fruibilità
Il nuovo muro paraonde sarà completato da una ringhiera di coronamento in tubolare inox AISI 316 con montanti piatti e pannelli modulari zincati a caldo per la recinzione dell’impianto VTS di monitoraggio traffico navale. Sulla sommità della diga, la pavimentazione in conglomerato bituminoso e la protezione laterale garantiranno continuità funzionale e sicurezza per le attività di gestione e manutenzione.
Il progetto comprende anche il cunicolo per sottoservizi in calcestruzzo armato e la realizzazione di un percorso pedonale di fruizione pubblica, che trasforma l’opera in un nuovo spazio di relazione tra il porto e la città.

Una visione di lungo periodo
La complessità dell’intervento – dalla movimentazione dei materiali alla posa subacquea delle berme, dal coordinamento dei getti prefabbricati alla saldatura delle armature in ambiente marino – rende la diga foranea di Catania un caso di studio di rilievo nella cantieristica portuale italiana.
In un Mediterraneo in cui le infrastrutture marittime sono sempre più determinanti per la competitività dei territori, il consolidamento della diga rappresenta un baluardo tecnico, un paradigma di investimento e un gesto strategico di cura e di lungimiranza. Un’opera che, a lavori ultimati, continuerà a proteggere il porto e la comunità portuale, proiettando Catania verso un futuro di resilienza infrastrutturale e di valorizzazione logistica.