Dal primo ottobre è prevista l’entrata in vigore del decreto attuativo– come previsto dalla legge n. 56/2024, di conversione con modificazioni del cosiddetto Decreto Pnrr-bis – illustrato dal ministero del Lavoro alle parti sociali, che rende effettivo lo strumento della “patente a crediti” nel settore dell’edilizia per contrastare gli infortuni sul lavoro, una piaga che continua purtroppo a riempire le pagine di cronaca del Paese. Nonostante l’imminenza del provvedimento, è notizia delle ultime ore che la maggioranza di governo abbia richiesto una proroga di tre mesi, che posticiperebbe dunque l’entrata in vigore del decreto a gennaio 2025.
La richiesta proviene da tre emendamenti presentati alle commissioni Bilancio e Finanze del senato da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega, mentre altre due proposte sono state presentate dalle Autonomie e dal Partito Democratico e chiedono un rinvio ancora più cospicuo, nell’ordine di sei mesi, che slitterebbe la cogenza al primo aprile 2025. La ministra, per ora, esclude la possibilità di effettuare rinvii, e lancia l’appello affinché “si rispettino gli impegni presi”, ma il colpo di scena da certamente adito a qualche considerazione.
Cosa prevede il sistema della “patente a crediti”
Il decreto porta la firma della ministra Marina Calderone nel mese di luglio, e prevede l’obbligatorietà per tutte le imprese e i lavoratori autonomi che operano nei cantieri di dotarsi di un sistema di qualificazione che presuppone il possesso di una “patente a crediti”. Vale la pena precisare che per “lavori edili” si intende la totalità di lavori che possano riguardare una “opera edile” in senso lato. Quindi non solo la costruzione o la ristrutturazione, ma anche la manutenzione o l’equipaggiamento di una “opera fissa”. Parliamo dunque di qualunque tipologia di opere, dalle strade, ai ponti, dagli acquedotti alle fognature, dagli impianti elettrici, di condizionamento o idraulici, e via dicendo.
Sono esclusi solamente coloro che effettuano mere forniture o prestazioni di natura intellettuale, chi è in possesso di un documento equivalente emanato da un altro Stato e chi è in possesso dell’attestazione SOA – certificazione obbligatoria per la partecipazione a gare d’appalto per l’esecuzione di appalti pubblici di lavori – in classifica pari o superiore alla III (>516.000 Euro).
Il testo (qui il link alle slides dal sito del Ministero) firmato dalla ministra, rispetto alla prima bozza, presenta una novità rilevanti, che prevede l’obbligo della sospensione della patente in caso di infortunio mortale per colpa grave dell’impresa tubi a 12 mesi. Confermata invece la possibilità di arrivare fino a un tetto massimo di 100 punti. La dotazione iniziale della patente ammonta a 30 crediti, con l’obbligo di possederne almeno 15 per poter operare nei cantieri. In caso di infortunio mortale si perdono 20 crediti (che possono arrivare fino a 40 in caso l’incidente preveda più vittime), 15 in caso di inabilità permanente al lavoro, 10 in caso di malattia professionale. Tra gli altri punti, viene rafforzato inoltre il ruolo dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriali.
Il testo definisce le modalità di presentazione della domanda, i contenuti informativi della patente, le procedure per la sua sospensione cautelare nel caso degli infortuni più gravi e l’attribuzione, l’incremento e il recupero dei crediti. Il provvedimento, sottolinea il ministero del Lavoro, “ha accolto e fatto sintesi delle sollecitazioni emerse dalle associazioni sindacali e datoriali che hanno partecipato al tavolo”. Il decreto conclude la prima fase attuativa per la partenza dello strumento e avvia la realizzazione del portale dell’Ispettorato nazionale del lavoro per la gestione della patente a crediti.
Staremo a vedere l’esito degli emendamenti nelle prossime ore, e non mancheremo di dare seguito a questa notizia, che riguarda da vicino tutto il comparto delle costruzioni, per il quale Concrete News è sempre in prima linea nell’informazione di qualità.