Il recupero e il trattamento delle acque impiegate all’interno di cantieri, di cave, o di centrali di betonaggio per il lavaggio dei macchinari adibiti alla produzione al pompaggio e distribuzione del calcestruzzo ricopre una parte cruciale all’interno del complesso tessuto produttivo della filiera.
La partecipazione di Tecnoidea Impianti alle Giornate italiane del Calcestruzzo (GIC-EXPO 2024) rappresenta l’esempio virtuoso di un’azienda altamente specializzata che nel corso della sua storia – quasi quarantennale – si è evoluta, operando profondi cambiamenti al proprio sistema imprenditoriale, nell’organizzazione produttiva e nell’approccio progettuale e di assistenza al cliente per delineare soluzioni su misura a seconda delle esigenze di impiego.
Tecnoidea è da decenni un punto di riferimento nel delicato processo di trattamento delle acque reflue, con una particolare attenzione al recupero e alla depurazione delle acque provenienti dagli impianti di betonaggio. Il loro stand al GIC-EXPO – allestito presso il padiglione 1 del polo fieristico di Piacenza, booth C10 – sarà l’occasione per mostrare le soluzioni innovative e sostenibili che l’azienda offre, con un focus particolare sulla loro filtropressa, una macchina completamente automatizzata, a piastre concamerate da 800×800 millimetri, che rappresenta uno degli elementi chiave per la depurazione delle acque cementizie.
“Il macchinario separa le acque contaminate dalla presenza di solidi sospesi, e alterate nel pH, rendendole idonee al lavaggio a ciclo chiuso del parco macchine di una centrale di betonaggio, di un’impresa o di un cantiere”, spiega Matteo Parolini, Direttore Operativo dell’azienda che ha il suo quartier generale a Villasanta, in provincia di Monza e Brianza.
Fondata negli anni ’80 come struttura commerciale, Tecnoidea Impianti si è rapidamente evoluta in una realtà produttiva, progettando e producendo internamente tutti i componenti commercializzati. Nell’ultimo decennio, in particolare, l’azienda è cresciuta sia nell’organico – dalle 20 persone (nel 2010) alle attuali 41 – sia nelle strutture, con la nuova sede di Villasanta che si estende per oltre 9.000 metri quadrati di superficie totale, di cui 5.500 coperti. Con una presenza consolidata, testimoniata dalle oltre 2.000 installazioni realizzate in Italia e nel mondo (con Svizzera, Austria e Germania che ricoprono il ruolo di capofila internazionali), l’impresa si distingue per la sua offerta di impianti mobili e fissi “chiavi in mano” per il trattamento delle acque utilizzate nei processi di lavaggio da varie industrie, con un’attenzione particolare al settore del betonaggio.
“In Tecnoidea non ci limitiamo alla fornitura di soluzioni tecniche, che sono certamente alla base della nostra mission – continua Parolini – ma ci impegniamo attivamente nella tutela dell’ambiente. La nostra filosofia aziendale si basa sul principio di non scaricare in nessun caso acque contaminate nell’ambiente, concentrandosi sul trattamento e sulla depurazione delle stesse per consentire un riutilizzo industriale a ciclo chiuso. Questo approccio è fondamentale per garantire la sostenibilità delle attività industriali nel lungo termine e la salvaguardia di tutto l’ecosistema”.
Certificata secondo gli standard di qualità ISO 9001, Tecnoidea Impianti si distingue per l’innovazione tecnologica e la qualità dei suoi prodotti e servizi. Con un laboratorio R&D interno e un ufficio tecnico altamente specializzato, l’azienda è in grado di progettare e realizzare soluzioni su misura per le esigenze specifiche dei clienti, affiancate da un servizio di assistenza rapido ed efficace. La continua ricerca e sviluppo sono alla base delle prestazioni garantite e degli aggiornamenti costanti sui processi chimico-fisici.
Oltre alla produzione di impianti efficienti, l’azienda lombarda si impegna attivamente nella riduzione dell’impatto ambientale delle proprie attività. Dalla realizzazione di maniglie delle piastre filtranti in alluminio per ridurre i consumi di plastica, all’utilizzo di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia, fino all’obiettivo di dotarsi entro il 2030 di un parco mezzi al 100% ibrido o elettrico.