Nell’ultimo trimestre 2021, l’OICE (associazione delle società di ingegneria, architettura aderente a Confindustria) ha individuato 80 gare riferibili ad interventi a valere sui fondi del PNRR e del PNC: affidamenti di servizi tecnici e di supporto alle stazioni appaltanti e ad appalti integrati, per un valore di 185 milioni, di cui 119,5 relativi alla sola progettazione (valore calcolato considerando la quota parte di progettazione negli appalti integrati e la quota di progettazione affidata unitamente alla direzione dei lavori). I dati sono riportati nella prima rilevazione trimestrale (ottobre-dicembre 2021) di OICE.
Forte accelerazione a dicembre con 67 gare. L’affidamento di queste attività è propedeutico alla successiva realizzazione di lavori per un importo pari a 4,2 miliardi di euro. Di queste 80 gare, circa 60 hanno importi superiori a 139.000, soglia al di sotto della quale si può procedere con affidamenti diretti in virtù della norma del decreto 77/2021, molto criticata dall’Oice, per la riduzione delle tutele di trasparenza e concorrenza e perché non tutela sotto il profilo qualitativo progettuale come invece accade con il confronto concorrenziale.
I dati dell’associazione evidenziano anche la richiesta di supporti esterni per i Rup e per la gestione delle procedure (23 gare per 21 milioni). Rilevante la quota di progettazione affidata nell’ambito di appalti integrati: circa 90 milioni, per lavori di importo pari a 3,8 miliardi, settore nel quale spiccano gli affidamenti di RFI per la rete ferroviaria.
Le Regioni sono le stazioni appaltanti più attive, con 29 bandi di gara, per un totale di servizi affidati pari a 66 milioni di euro su un totale di 185; il 35,8% del totale, a riprova del ruolo centrale che esse rivestono nell’attuazione del Pnrr. Circa un terzo degli affidamenti di servizi tecnici avvengono al prezzo più basso anche se si tratta di incarichi di piccolo importo che riguardano 2,2 milioni di servizi, una quota inferiore al 15% del totale.
Dal monitoraggio risulta infine che sono 34 le procedure relative ad attività quali la direzione lavori, di collaudo e di supporto ai Rup, fra cui 23 indirizzate all’acquisizione di supporto al Rup e per la predisposizione della candidatura di enti locali ai bandi/progetti finanziati con i fondi per l’attuazione e project management dei progetti finanziati.
Dal punto di vista delle dinamiche del mercato, emerge quindi una forte accelerazione nel mese di dicembre (67 gare) a fronte dei piccoli numeri precedenti: 7 a ottobre e 9 a novembre. Prima di ottobre non risulta all’Osservatorio OICE alcuna procedura.
«La sfida del Pnrr coinvolge per primi i progettisti e siamo ovviamente pronti a coglierla e a fare di tutto per rispettare i tempi. Ma per progettare bisogna prima fare le gare di affidamento e, sotto questo aspetto, a ottobre e novembre eravamo molto preoccupati per le pochissime gare emesse, in tutto 16. Poi a dicembre la situazione è migliorata con 67 gare emesse. Occorre però fare presto e il 2022 deve diventare l’anno delle gare se si vuole poi avere il tempo di progettare e di realizzare le opere. Sulle tempistiche, i nostri dati ci dicono che, nei casi migliori, quando una gara di progettazione viene fatta speditamente, si arriva a stipulare il contratto in circa 6/7 mesi dalla pubblicazione del bando, salvo contenziosi, ovviamente; poi il progetto va fatto, approvato e messo a base di gara per affidare alle imprese i lavori, che poi andranno collaudati.
A questo punto cinque anni potranno essere sufficienti per certe opere, come le scuole, le case della salute e, probabilmente, in molti progetti di “qualità dell’abitare”, ma per opere complesse o in caso di contenziosi in una delle due procedure di gara il rischio di sforare non è irrilevante. Dovrebbe essere resa obbligatoria la durata di due o quattro mesi delle gare, come già previsto dal decreto semplificazioni 76/2020, ma misura spesso disattesa dalle stazioni appaltanti perché non vi è sanzioni. I cosiddetti tempi di attraversamento pesano oltre il 40% del totale dell’iter di realizzazione di un’opera.
Siamo quindi all’inizio ed è molto probabile che il 2022 sia l’anno di una forte accelerazione anche perché se no l’impegno dei fondi (derivante dall’approvazione dei progetti e dall’avvio della gara entro il 2023) difficilmente potrà essere realizzato. Siamo in presenza di una richiesta necessitata perché le stazioni appaltanti non sempre sono in grado di seguire con risorse qualificate e specializzate l’attuazione delle procedure. Arriveranno i nuovi tecnici che si stanno assumendo ma comunque le opere più complesse e delicate hanno necessità di supporti e anche di affidamento all’esterno o della direzione lavori. Anche qui vedremo come andranno le cose. Dal punto di vista delle assegnazioni delle risorse va dato atto al Mims di avere fatto bene il suo lavoro, assegnando in tempi rapidi risorse per complessivi 59,2 miliardi di euro, pari al 96,5% del totale, circa 61,4 mld su un totale di circa 210 mdl complessivi del Pnrr».