Nasce in Brianza, a Renate, l’Accademia del Calcestruzzo, la cui inaugurazione si terrà il prossimo 13 gennaio nella sede di via Sirtori (zona industriale). L’iniziativa concepita da Silvio Cocco, presidente della Fondazione dell’Istituto Italiano per il Calcestruzzo, avrà il fine di formare i tecnici del calcestruzzo e ogni figura che opera nel processo che va dalla progettazione delle “ricette” al trasporto e al getto. Non solo, ma ampio spazio sarà dedicato anche al tema dei controlli e alla relativa formazione professionale, un aspetto divenuto negli ultimi anni drammaticamente ancora più importante rispetto al passato.
La giornata inizierà alle 10,30 con il messaggio di benvenuto del presidente Silvio Cocco seguito dall’intervento dell’Ing. Gianni Massa, Vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. Alle 11 la presentazione dell’offerta formativa e l’incontro con i docenti e infine alle 12 via all’inaugurazione vera e propria, seguita da buffet.
Di seguito, pubblichiamo il messaggio di Silvio Cocco che fa da “apripista” all’iniziativa che sta per prendere il via:
“Fra poco più di una settimana si inaugura l’Accademia del Calcestruzzo, un grande impegno economico e di lavoro. L’accademia è il frutto maturo di 20 anni dedicati alla formazione di base fatta dall’Istituto Italiano Per il Calcestruzzo presso i vari istituti per geometri in Lombardia, Istituti che hanno con noi condiviso la necessità di far accedere attraverso il nostro percorso formativo sul calcestruzzo gli studenti al mondo del lavoro, non più un mero nozionismo scolastico ma un vero e proprio contatto con la realtà del cantiere.
Le ultime vicissitudini del settore, vedasi ponte diventato Morandi e simili, ci hanno convinto che, senza lasciare la scuola, vi era la necessità di ampliare ed estendere i corsi anche al di fuori della scuola superiore portarli all’UNIVERSITA’ e perché no, interessare anche il mondo stesso del lavoro.
Troppe posizioni lavorative sono vuote o occupate abusivamente da chi non ha alcun titolo per farlo. La produzione del calcestruzzo è troppo lunga e tortuosa ed in questo difficile percorso è abbandonato a sé stesso la sola compagnia l’incompetenza, l’ingordigia del facile guadagno, tutto al più la presunzione di conoscere che poi di fatto è il suo nemico peggiore.
A chi vuol investire milioni di euro su una centrale di betonaggio si richiede solamente un certificato per l’impatto ambientale, non è richiesto nulla altro: saper produrre un calcestruzzo è un optional, mai è stato richiesto nulla di più.
La normativa europea ci ha fornito tanti strumenti efficaci per produrre in qualità ma tutti puntualmente disattesi, volutamente disattesi.
La marcatura CE degli aggregati doveva essere la carta d’identità dell’aggregato, stravolta ed utilizzata a proprio piacimento o meglio a propria convenienza di portafoglio. Oggi documento dimenticato sia perché in pochi sanno di cosa si tratta, ma soprattutto a cosa serviva. Non è stata abrogata, solo volutamente disattesa.
La certificazione FPC, mai attuata. Motivo? oltre il 90% degli impianti di produzione non era certificabile, quindi non si è concesso un periodo per adeguare gli impianti e poi certificarli, si è preferito certificarli subito anche senza averne i requisiti, con promessa che si sarebbero dovuti adeguare entro un anno di tempo, sono passati quattro anni, tutti sono certificati, tutti sono rimasti come quattro anni fa, ovvero non adeguati per ottenere la certificazione.
Controlli e relativi controllori: inesistenti.
La certificazione FPC, oltre ad un impianto adeguato per effettuare un controllo di prodotto in fabbrica, ovvero con tutti i mezzi necessari per poter effettuare un controllò di produzione veloce ripeto in fabbrica, prima di compilare una bolla di consegna dove si riportano le caratteristiche del prodotto venduto sarebbe più serio almeno riportare in bolla di consegna le caratteristiche dei materiali caricati in autobetoniera, poiché il materiale finito non è stato prodotto in stabilimento come le linee guida ministeriali molto velocemente prevedono ma solamente caricato in autobetoniera ed affidandone la produzione ad un terzo, l’autista della autobetoniera ormai tutti o quasi padroncini senza nessuna competenza di prodizione e tantomeno di controlli (commettendo non pochi reati al proposito).
Quando il calcestruzzo arriva in cantiere, dovrebbe trovare secondo le linee guida ministeriali almeno il direttore dei lavori per effettuare i controlli di ricevimento ed il passaggio dal produttore al costruttore che lo prenderà in carico e ne assumerà la responsabilità della posa in opera e stagionatura sotto la sorveglianza ed il controllo del direttore lavori.
Passeranno ora 28 giorni prima di effettuare i controlli finali, quindi a materiale finito. E conoscere finalmente le caratteristiche del calcestruzzo finale che ha viaggiato precedentemente dai produttori delle materie prime, poi dalla fabbrica del calcestruzzo, alle mani del padroncino della autobetoniera e finalmente sotto il controllo del direttore dei lavori nelle mani di chi lo pone in opera e lo cura per 28 giorni.
Un viaggio lungo vero? Ancora più lungo se si considera fotto senza controllo alcuno e quasi sempre nelle mani di chi non ti conosce.
L’Accademia del Calcestruzzo nasce proprio per cercare di porre un argine a questo stato di cose; non sarà facile lo sappiamo, l’abbiamo già sperimentato, non è solo una lotta alla non conoscenza ma e anche una guerra a chi questo stato di cose lo vuole, perché in esso riesce a navigare meglio.
L’Accademia non vuole solo creare un tecnologo del calcestruzzo professionale, ma su questa professionalità costruire figure tecniche che mancano al nostro voler bel costruire come:
TECNICO certificatore specializzato in certificazione di Cementerie, Cave di estrazione aggregati, Centrali di Betonaggio, Prefabbricatoti.
TECNICO gestione totale impianto di betonaggio.
TECNICO Responsabile della qualità per Cave di estrazione aggregati, Centrali di betonaggio, Imprese di Costruzioni, Prefabbricatoti.
TECNICO COMMERCIALE specializzato per la vendita di calcestruzzo o calcestruzzi alle imprese di Costruzione, e promotore dei calcestruzzi presso gli studi di progettazione e direzione lavori.
Queste quattro figure professionali mancano sul mercato e forse sono la causa principale del mal costruirei sapere fare ed il saper controllare sono il massimo deterrente al mal costruire.
DIO VOGLIA che questa mia iniziativa venga condivisa, copiata, divulgata, anche negli altri settori, chiediamo alla scuola di costruirci l’uomo colto, forte della sua cultura e che sia il mondo del lavoro a completare le sue conoscenze affinché possa entrare a far parte del mondo che produce con la più alta dignità e nel tempo giusto per vivere”.