Il maltempo che nelle ultime ore si è riversato su Lombardia e Veneto sta causando disagi e, in alcuni casi, vere e proprie catastrofi. Nel Vicentino due ponti sono crollati nel comune di Malo, in Lombardia una “storica alluvione” ha messo in ginocchio il nord-ovest. Nel comasco si cerca ancora un disperso.
Si attendono ancora le prossime ore per tirare il proverbiale sospiro di sollievo, ma la conta dei danni è impietosa e ha fatto gridare alla “catastrofe”, soprattutto nel Veneto, piegato da una quantità di acqua impressionante che si è riversata – attraverso anche l’esondazione di numerosi torrenti – su infrastrutture ed edifici, causando il crollo di due ponti, strade impraticabili, comuni isolati e tanta paura per gli abitanti di alcuni comuni maggiormente colpiti.
Parliamo, ad esempio, della frazione di Isola Vicentina, Calstelnovo, dove il torrente Orolo è esondato in più punti e ha rotto l’argine, allagando l’abitato. Secondo le stime del comunali risultano coinvolti 1.500 residenti, con 400 abitazioni allagate. L’acqua si è infiltrata senza sosta a diversi livelli delle abitazioni. La siutuazione è stata definita “disastrosa”, dai sindaci e anche dallo stesso governatore Luca Zaia.
“Un’alluvione così a metà maggio non ce l’aspettavamo. È un fenomeno eccezionale per la stagionalità e per le sue caratteristiche: acquazzoni intensi in pochissimo tempo, che non permettono uno sgombero dell’acqua superficiale di andarsene con velocità. Siamo in oggettiva difficoltà. Si è di fronte ad un fatto inusuale, non programmato e c’è preoccupazione per le previsioni – ha spiegato il governatore della regione Veneto – che ora ci impongono di dire di fare molta attenzione, e invito i cittadini di muoversi se non per lo stretto necessario e comunque lontano dagli argini”.
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Il Lombardia la quantità di acqua caduta ha fatto parlare di “storica alluvione“, in conseguenza dell’intensità di precipitazioni registrate in poche ore, che hanno raggiunto in alcuni casi il doppio del quantitativo di acqua che ci si aspetta in tutto il mese di maggio. A far parlare molto in queste ore è la situazione delle vasche di contenimento. Si è attivata mercoledì la vasca del fiume Seveso a Bresso, che ha resistito per 10 ore, evitando gran parte dei disagi, ma non è stata sufficiente ad impedire che l’acqua inondasse le strade del quartiere Niguarda. Anche il fiume Lambro ha esondato, generando un blocco nella zona di Monza e dintorni.
A spiegare le motivazioni dell’inefficienza delle misure per il contenimento dell’acqua in Lombardia è lo stesso assessore milanese Marco Granelli che, tramite i suoi profili social, aveva fornito aggiornamenti sulla situazione della vasca di Bresso: “una vasca da sola non basta, servono anche quelle di Senago, Lentate e Paderno-Varedo. Dobbiamo fare tutte le vasche, per questo diciamo a Regione Lombardia che non dobbiamo perdere un minuto”.
Anche in provincia di Como si sono registrati molti disagi. A Cantù sono attualmente in corso le ricerche di un uomo caduto in un torrente in piena e trascinato via dalla corrente. L’uomo, di 66 anni, si trovava secondo alcune testimonianze in compagnia di altre due persone su un ponticello che ha ceduto improvvisamente. Gli altri due sono riusciti ad uscire dall’acqua, mentre il terzo è stato inghiottito e trascinato via. Le acque sono quelle del torrente Serenza, che in quel punto si chiama roggia Galliano, corso d’acqua che alcuni chilometri più a sud si getta del fiume Seveso.