Nel contesto della transizione ecologica europea, il settore italiano del cemento e del calcestruzzo si trova di fronte a una trasformazione profonda, che coinvolge sia le scelte tecnologiche che il quadro regolatorio. In occasione dell’incontro istituzionale, organizzato mercoledì 24 settembre presso la sala stampa della Camera dei Deputati, promosso da Massimo Milani (VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici), Federbeton – la Federazione di Confindustria che rappresenta l’intera filiera – ha presentato la propria strategia di decarbonizzazione, articolata in una serie di leve operative e in un piano economico-finanziario di lungo periodo.
L’obiettivo, esplicitamente allineato con le scadenze europee di neutralità climatica al 2030 e al 2050, prevede un impegno significativo da parte dell’industria, stimato in un aumento dei costi operativi pari a circa un miliardo di euro annui. Sarà inoltre necessario un investimento complessivo di almeno cinque miliardi di euro, che serviranno ad implementare le tecnologie di cattura e stoccaggio della CO₂, ad adeguare le imprese alla digitalizzazione, incrementare l’autoproduzione energetica da fonti rinnovabili, potenziare l’efficienza dei processi e allineare anche gli impianti produttivi.
Al centro della strategia emerge con forza l’esigenza di sostituire i combustibili fossili tradizionali con fonti alternative, in particolare con i CSS (Combustibili Solidi Secondari), ottenuti da rifiuti non riciclabili. Questo passaggio, sottolineato anche dall’onorevole Milani come “prioritario”, richiede tuttavia un intervento normativo puntuale, con procedure autorizzative omogenee su scala nazionale, tempi certi per l’autoconsumo energetico e una piena applicazione del DL Semplificazioni 77/2021.
“Il cemento è un materiale strategico per l’Italia – dichiara Stefano Gallini, presidente di Federbeton – essenziale per lo sviluppo del Paese, per la realizzazione di infrastrutture sicure, edifici sostenibili e strutture alla transizione energetica, come impianti eolici e fotovoltaici. Tuttavia, gli interventi che stiamo attuando per abbattere le emissioni di CO2 e combattere il cambiamento climatico non devono impattare sulla competitività dell’industria italiana, oggi messa a rischio dalla concorrenza delle produzioni extra-UE, che non condividono le stesse ambizioni ambientali e i relativi investimenti. Con la nuova strategia di decarbonizzazione confermiamo la volontà di investire in innovazione e sostenibilità, ma chiediamo che alle imprese italiane sia garantito un quadro normativo chiaro e stabile, affinché il settore possa competere ad armi pari con i produttori internazionali e continuare a generare valore per il Paese”.
Durante l’incontro alla Camera, è stato evidenziato il ruolo strategico del cemento non solo per le infrastrutture e l’edilizia, ma anche per la transizione energetica, in quanto materiale costitutivo di impianti eolici e fotovoltaici. Tale rilevanza è però oggi minacciata dalla crescente pressione competitiva internazionale: l’assenza di vincoli ambientali nelle produzioni extra-UE e la volatilità delle condizioni di mercato stanno generando uno squilibrio che rischia di compromettere gli investimenti italiani in innovazione e sostenibilità.
“Con la nuova strategia di decarbonizzazione confermiamo la volontà di investire in innovazione e sostenibilità, ma chiediamo che alle imprese italiane sia garantito un quadro normativo chiaro e stabile, affinché il settore possa competere ad armi pari con i produttori internazionali”, ha concluso Stefano Gallini.
Al dibattito hanno preso parte, oltre a Stefano Gallini, anche Fabrizio Capaccioli, Presidente Green Building Council Italia, Paolo Casalino, Direttore Generale Politica industriale, Riconversione e crisi industriale, Innovazione, PMI e Made in Italy del MIMIT e Agime Gerbeti, Senior Advisor del Direttore Generale Mercati e Infrastrutture Energetiche MASE.