Il “ponte d’acciaio” tra Bruxelles e Monaco di Baviera ha regalato un’edizione Bauma in cui, a margine dell’esposizione più importante dell’intera industria europea delle macchine Construction e Mining, si sono costruite nuove geometrie istituzionali, grazie alla preziosa e competente regia del CECE che, con l’obiettivo di creare terreno fertile per il futuro delle costruzioni europee, ha contribuito a creare nuovi consensi strategici. Dove le normative incontrano l’ingranaggio vincente.
Bauma 2025 ha confermato ancora una volta il suo ruolo di piattaforma irrinunciabile non solo per l’innovazione tecnica, ma anche per il confronto ad alto livello tra industria e policymaker europei. In questo contesto, il CECE (Committee for European Construction Equipment) ha svolto un ruolo chiave, orchestrando una presenza istituzionale senza precedenti e trasformando la manifestazione in uno spazio fertile per il dialogo tra imprese, legislatori e attori internazionali. Un risultato che, come ha sottolineato il Segretario Generale Riccardo Viaggi, si rinnova e rafforza ad ogni edizione: «Il numero crescente di esponenti istituzionali in visita a Bauma è un segnale positivo. Qui le istituzioni europee hanno l’opportunità concreta di incontrare le aziende, di vedere da vicino le tecnologie e di comprendere le sfide di un settore strategico per la crescita e la transizione ecologica».

Nel corso della settimana fieristica, il CECE ha accolto presso il proprio network stand numerose personalità della politica europea, a partire dall’europarlamentare Christian Doleschal, presente lunedì con una delegazione di politici bavaresi, seguito nei giorni successivi da Martin Lange (DG GROW), Antonio Biason (DG CNECT) e Katharina Knapton-Vierlich insieme a Pieter Staelens (Commissione Europea – DG GROW, Construction Unit). Tutti gli ospiti hanno preso parte a un fitto programma di visite presso gli stand delle aziende associate CECE, dove hanno potuto conoscere da vicino lo stato dell’arte della meccanica da costruzione europea, le più recenti evoluzioni sul fronte della digitalizzazione, della decarbonizzazione e dell’automazione, nonché le prospettive industriali per i prossimi anni.

Proprio le prospettive economiche sono state al centro della conferenza stampa CECE dell’8 aprile, in cui Sebastian Popp, responsabile Affari Economici, ha presentato l’Annual Economic Report 2024: uno scenario complesso che riflette una delle peggiori contrazioni dal 2008-2009. Le macchine per il movimento terra hanno segnato un calo di circa il 20%, mentre il comparto delle gru a torre è crollato fino al -40%. A tenere meglio, seppur in difficoltà, sono state le macchine per la costruzione stradale. Le aree geografiche che avevano registrato le migliori performance fino al 2023 sono risultate anche le più penalizzate nel 2024, con un’eccezione parziale rappresentata da Italia e Spagna, che hanno contenuto maggiormente il calo. Le previsioni per il 2025 restano prudenti, in un contesto in cui il bisogno di sviluppo infrastrutturale resta forte ma ancora privo di una reale spinta politica. Sul piano internazionale, un elemento di allerta è rappresentato dal possibile inserimento di dazi USA verso l’Unione Europea, che potrebbe colpire duramente un’industria che destina oltre un quarto delle proprie esportazioni proprio agli Stati Uniti. La spinta data al comparto infrastrutture dall’amministrazione Biden (+40%) aveva infatti offerto un sostegno concreto alla domanda di macchine europee oltre Atlantico.

Un elemento di cauto ottimismo, emerso con chiarezza dalle rilevazioni effettuate tra i dealer europei nei primi mesi del 2025, riguarda la progressiva riduzione dei livelli di stock – un’inversione di tendenza che segnala un lento ma percettibile riequilibrio tra offerta e domanda reale. Se da un lato ciò suggerisce un miglioramento del turnover e un iniziale alleggerimento delle scorte accumulate nel corso di un’annata contrattiva, dall’altro rappresenta un termometro affidabile della riattivazione di flussi di acquisto, pur ancora in regime contenuto. È in questo contesto che Bauma 2025 si è configurata come uno snodo strategico non solo per presentare tecnologie d’avanguardia, ma anche per registrare i primi segnali di ripresa operativa percepiti sul campo. Le interazioni dirette tra industria e rete commerciale hanno infatti confermato una ritrovata attenzione verso l’aggiornamento dei parchi macchine, specialmente nei segmenti a maggiore rotazione ciclica, offrendo un riscontro qualitativo che rafforza le letture quantitative dell’Annual Economic Report.
Sul piano istituzionale, il segretario Viaggi ha anche ricordato come le circostanze politiche europee siano profondamente mutate rispetto alla precedente legislatura e come sia ora necessario “ripensare cosa vogliamo fare a livello di UE, lavorare per le imprese mentre si lavora per l’ambiente”. Tra le nuove direttrici strategiche, CECE guarda con attenzione al Clean Industrial Deal, il pacchetto strategico promosso dalla UE per intraprendere azioni di supporto alle imprese e trasformare la decarbonizzazione in un’opportunità di crescita, al fine di correggere e rendere più attuabile il precedente Green Deal. Di massimo interesse anche i pacchetti normativi Competitiveness Compass e Omnibus Simplification, segnali di una Commissione Europea – guidata sempre dalla leader Ursula von der Leyen – più orientata a rimuovere ostacoli burocratici e supportare la competitività dell’industria manifatturiera europea.
Al centro del confronto politico anche il settore mining e l’implementazione del Critical Raw Materials Act (CRMA), su cui la Commissione punta per ridurre la dipendenza europea dall’estero su risorse chiave. I target al 2030 sono stati palesati proprio durante la conferenza stampa: almeno il 10% dei consumi annui da estrazione interna, il 40% da trasformazione in UE, il 25% da riciclo e non più del 65% di approvvigionamento da un singolo Paese terzo.
Molto partecipato anche il bauma FORUM, dove il CECE ha organizzato panel tematici su automazione, sostenibilità, materie prime critiche e regolazione intelligente. Tra gli interventi più rilevanti, quello del Presidente CECE José Antonio Nieto, che ha preso parte alla tavola rotonda sul “Mining Challenge” insieme a rappresentanti di Rio Tinto, VDMA Mining, Commissione Europea e Parlamento Europeo. Di rilievo anche il contributo di Eugen Schobesberger, presidente del CECE High-Level Technical Policy Advisory Group, intervenuto sul ruolo dell’industria delle macchine da costruzione nella transizione verso la neutralità climatica.
Un altro grande tema emerso a Bauma 2025 è stato quello della gestione dei dati e della cybersecurity. Il CECE ha ospitato il workshop “Data Act Implementation”, con la partecipazione di Antonio Biason (Commissione Europea, DG CNECT) e della Digital Policy Manager del CECE Laura Fiumara, che ha offerto una panoramica pratica sul ruolo del Comitato nel supportare le imprese nella fase attuativa. A seguire, Fiumara è intervenuta anche nel panel organizzato da ZF Group e Power Progress, evidenziando come l’arrivo del Cyber Resilience Act, atteso per il 2027, imponga al settore un adeguamento strutturale delle architetture digitali e delle strategie di difesa informatica. “Con le macchine da costruzione sempre più connesse e intelligenti, proteggere i sistemi non è più un’opzione, ma una necessità”, ha dichiarato.

A coronare l’intensa settimana di attività istituzionale, il CECE ha anche ospitato il meeting della GACE – Global Alliance for Construction Equipment, riunendo delegazioni di alto livello provenienti da Cina, Corea, India, Giappone, Stati Uniti ed Europa. Il confronto si è focalizzato su temi condivisi come le norme sulle emissioni, le sfide della filiera e la carenza di manodopera specializzata, con un chiaro messaggio emerso dal tavolo multilaterale: “Solo attraverso la cooperazione globale sarà possibile costruire un’industria del construction equipment resiliente e pronta per le sfide del futuro”.