La notizia è clamorosa per le sue implicazioni. Un gruppo di ricercatori del MIT è riuscito nell’impresa di trasformare il calcestruzzo in un mezzo di accumulo energetico ad alta efficienza. Gli esiti di questa ricerca sono stati pubblicati sui Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) e trovano le proprie origini nel 2021, in un assunto sposato dagli stessi scienziati. Cioè che sia possibile sfruttare l’energia all’interno di strutture in calcestruzzo.
I ricercatori del MIT, per raggiungere lo scopo, hanno introdotto un additivo unico per creare una miscela che comprende acqua, cemento e nerofumo. Risultato finale: il passaggio da un millimetro a un metro dello spessore degli elettrodi, con la possibilità di creare energia per interi edifici. La compatibilità con le fonti di energia rinnovabili, in particolare i pannelli solari, apre alla possibilità di collegare gli stessi sistemi ai supercondensatori in calcestruzzo per una raccolta di energia costante per tutto il giorno.
Secondo le stime del team di ricerca, un blocco di supercondensatori in calcestruzzo solido con un volume di 45 metri cubi potrebbe immagazzinare circa 10kWh di elettricità, una parte sostanziale dell’energia necessaria per alimentare una casa standard. Le potenziali sinergie tra questa innovazione e i pannelli solari di nuova generazione ne sottolineano l’applicabilità e la scalabilità.