E’ un nuovo (l’ennesimo) grido di allarme tanto chiaro quanto netto quello lanciato dal comparto dei produttori di calcestruzzo e dagli edili. “Per rilanciare l’economia non si può prescindere dagli investimenti sulle infrastrutture”: da qui, come scientificamente dimostrato, si deve passare per forza. Lo fece Obama, una decina di anni or sono, e adesso dovrebbe toccare al Vecchio Continente.
Non è un caso se, secondo quanto previsto da Bloomberg Intelligence (che guarda alla nomina annunciata di Christine Lagarde alla presidenza della Banca Centrale Europea come un buon auspicio rispetto ad una possibile politica espansiva nel settore), prossimamente l’Europa tornerà a investire nelle infrastrutture in modo massiccio. Ad oggi la Commissione Europea ha previsto investimenti per 24 miliardi di dollari in strade, ferrovie, trasporto aereo e via acqua, ma è ancora troppo poco rispetto alla media dei paesi asiatici che, grazie anche alla Belt and Road Initiative cinese, guidano la classifica degli investimenti. Più indietro gli Stati Uniti che, per via della mancata partenza del piano Trump sulle infrastrutture, devono puntare sulle partnership pubblico-privato e sui fondi infrastrutturali, che nel 2018 hanno gestito un patrimonio pari a 85 miliardi di dollari.
“Così come accaduto in passato per la realizzazione del patrimonio infrastrutturale ed edilizio che ha accompagnato il nostro Paese nel boom economico degli anni ’50, cemento e calcestruzzo stanno rendendo possibile la costruzione di grandi opere ed edifici sempre più complessi e ambiziosi – rileva il Presidente di Federbeton Roberto Callieri – Ancora una volta, la nostra filiera produttiva si dimostra all’altezza delle sfide costruttive del futuro, mettendo a disposizione materiali performanti e innovativi. Le imprese sono fortemente impegnate, oggi come ieri, nella consapevolezza che competitività e incremento del PIL siano obiettivi alla portata dell’Italia, a patto che si torni a investire in infrastrutture e a costruire spazi urbani sostenibili, intelligenti e vivibili”.
La città di Milano, in questa fase storica, può essere considerata l’esempio da seguire: “Milano e il suo territorio – ha dichiarato Marco Martini, Componente del Consiglio Generale di Assimpredil Ance – grazie al grande interesse dei fondi internazionali e alle prossime Olimpiadi Invernali, stanno vivendo e vivranno un nuovo Rinascimento. La collaborazione e il confronto tra imprese di costruzione e imprese della filiera del cemento e del calcestruzzo è fondamentale per vincere, insieme, le sfide dell’innovazione. Penso al tema delle prestazioni dei materiali, del loro riuso, della sostenibilità degli edifici, della capacità di realizzare opere civili e infrastrutture che siano in grado di generare sicurezza e qualità del territorio, dell’ambiente e, più in generale, della vita delle persone. Ma penso anche a modelli di mercato più collaborativi che innovino nelle relazioni contrattuali: i pagamenti delle forniture, gli open book, i project partnering e la trasparenza dei rapporti commerciali sono alla base della crescita di tutte le filiere che ruotano intorno al settore delle costruzioni.”
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