L’associazione nazionale che rappresenta le imprese nel settore del riciclaggio dei rifiuti inerti (Anpar) si è rivolta ad Anac per segnalare violazioni da parte di Roma Capitale, nella gara di appalto per interventi urgenti e ordinari di manutenzione stradale (valore complessivo di 720 milioni di € su 15 lotti). Secondo Anpar, l’ente a ordinamento speciale subentrato al Comune di Roma avrebbe palesemente violato le recenti norme relative ai Criteri Ambientali Minimi (CAM) Infrastrutture.
In particolare, l’associazione, in una comunicazione ufficiale, ha evidenziato all’Autorità nazionale anticorruzione come nell’appalto siano state totalmente disattese le norme tecniche oggi vigenti, sottolineando ad esempio che le norme CAM vengano citate genericamente solo nella parte amministrativa, ma non in quella tecnica del capitolato. Un altro punto di controversia risiede nella previsione dell’obbligo di richiedere agli operatori l’iscrizione al repertorio di riciclaggio, che da dieci anni è stato chiuso dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica
Le note di Anpar proseguono con la segnalazione relativa alle temperature di posa e di confezionamento delle miscele bituminose e ai requisiti degli impianti da cui gli operatori si devono rifornire, che sarebbero in totale violazione delle norme CAM. Nel capitolato, inoltre, non si farebbe riferimento alcuno ai coefficienti di rifrazione previsti dai CAM strade per evitare le isole di calore, mentre si prevede l’utilizzo dei soli aggregati naturali di cave per la realizzazione di strati di fondazione stradale e non anche di materiali riciclati, come previsto dai CAM.
Infine, il capitolato farebbe riferimento a norme tecniche e prove sui materiali non più in vigore da anni. L’appalto, di importo particolarmente elevato, è in fase di aggiudicazione.
La voce del presidente Anpar Paolo Barberi:
“L’economia circolare si attua pienamente quando e solo se le materie prime ottenute dalle raccolte differenziate e dal successivo riciclo vengono impiegate concretamente per sostituire materie prime vergini. Questa vicenda è esemplificativa di ciò che spesso avviene nel nostro Paese, con ottime performance di riciclo realizzate dalle imprese che poi vengono disattese nella pratica. Stupisce che a un anno dall’entrata in vigore delle norme sui criteri ambientali minimi non se ne preveda concreta applicazione in un appalto così rilevante e strategico per la capitale d’Italia e questo contenga anzi riferimenti a norme non più vigenti”.





















