Si è svolto giovedì 25 luglio, in sede Ance Confindustria a Roma, in via Guattani, il primo incontro a livello di delegazioni plenarie, per lavorare al negoziato del nuovo contratto collettivo nazionale dei lavoratori edili. Ance, organizzazioni cooperative, associazioni artigiani, FenalUil, Fillea Cgil, Filca Cisl si sono riuniti per illustrare la piattaforma congiunta che riguarderà oltre un milione di lavoratori dipendenti.
Tanti i temi sul tavolo di lavoro. I sindacati richiedono per il periodo 2024-2027 un aumento retributivo di 275 euro a parametro 100. Una richiesta che si muove in un ottica di beneficio nei confronti del settore, quello delle costruzioni, che contribuisce direttamente – secondo le stime di un recente studio a cura della Direzione affari Economici, Finanza e Centro Studi di Ance – all’11% del Pil.
Dalle parole dei segretari generali dei sindacati si evince l’esigenza di “avere coraggio e gestire questa fase complessa di consolidamento e sviluppo del settore, guardando agli interessi generali del Paese. Il nostro è un sistema di relazioni industriali che ha vissuto momenti difficili ma che ha scelto negli ultimi tempi la via della qualificazione professionale ed industriale”.
Al centro del confronto anche i temi di sicurezza, formazione, inclusione, sorveglianza sanitaria e valorizzazione dei Rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza territoriali (RSLT), in un momento cruciale per il comparto edile, a pochi mesi dall’entrata in vigore – prevista per il 1 ottobre 2024 – della patente a crediti, istituita con la pubblicazione della Legge n. 56 del 29 aprile 2024 che ha riscritto l’art. 27 del D.Lgs 81/2008, introducendo questo sistema di qualificazione che prevede il possesso obbligatorio di una “patente” per le imprese e i lavoratori autonomi che effettuano lavori all’interno dei cantieri edili.
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“Nella nuova piattaforma – spiegano i sindacalisti – abbiamo inserito, anche per effetto dei mutamenti climatici, una ipotesi di riorganizzazione degli stessi orari e modelli, pronti a discutere senza pregiudiziali come implementare in modo nuovo modelli di impresa al passo con la sfida ambientale e tecnologica”. Altro capitolo che sarà trattato più approfonditamente durante il negoziato sarà dunque l‘impatto che i cambiamenti climatici stanno esercitando a livello pratico nella vita in cantiere.
“Oltre alla missione 3 relativa alle Infrastrutture per una mobilità sostenibile, ci saranno altre 5 missioni che interesseranno in maniera indiretta il settore dell’edilizia– spiegano FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil, relativamente agli obiettivi del PNRR – a queste si aggiungono le sfide lanciate dalla Direttiva “Green” come l’ammodernamento del patrimonio infrastrutturale, pubblico e privato di tutto il paese. Anche per la realizzazione di opere minori è previsto l’utilizzo di tecniche di costruzione a basso impatto ambientale, per ridurre gli sprechi e ottimizzare l’uso dei materiali”.
“Andranno implementati i metodi di prefabbricazione e modulazione per minimizzare i rifiuti di costruzione e ridurre i tempi di realizzazione – continuano i sindacati – L’applicazione di tecniche di costruzione a secco, che riducano l’uso di acqua e materiali cementizi, la promozione di tecnologie avanzate di perforazione e scavo, che minimizzino le vibrazioni e l’ utilizzo di tecnica dello scavo in atmosfera iperbarica per la costruzione di gallerie che interagiscono con la falda acquifera”.