Il 29 febbraio è arrivata la pubblicazione da parte dell’ente UNI, della norma 11531-1:2024, intitolata “Costruzione e manutenzione delle opere civili delle infrastrutture – Criteri per l’impiego dei materiali – Parte 1: Terre e miscele di aggregati non legati”. Con l’introduzione del nuovo testo – al cui aggiornamento ha partecipato partecipato anche Anpar, con un gruppo di lavoro coordinato dai professori Antonio D’Andrea e Alessandro Marradi – si aprono certamente nuove interessanti prospettive per il mercato degli aggregati da recupero, anche in considerazione della prossima pubblicazione, con data ancora da definirsi, del nuovo decreto End of Waste.
La norma contiene importanti istruzioni per l’applicazione in Italia di altre norme, quali la UNI EN ISO 14688, la UNI EN 13285 e la UNI EN 13242.
La sua introduzione fornirà inoltre un utile riferimento per la redazione dei capitolati e le contrattazioni nei rapporti tra committente, cliente e fornitore.
La nuova normativa si impegna a offrire un approccio unificato verso i materiali non legati impiegati nelle opere civili delle infrastrutture, mirando a definire chiaramente i campi di intervento delle varie direttive UNI EN. Questo obiettivo si traduce nella presentazione dei criteri per la selezione delle terre e delle miscele più adatte alla realizzazione di opere capaci di resistere al transito dei veicoli terrestri e aerei, includendo strade, ferrovie, aeroporti, e altri spazi come terminali di trasporto, interporti, piazzali e parcheggi. La normativa fornisce inoltre linee guida per l’utilizzo di questi materiali in varie situazioni, come colmate, rinterri, ripristini di cave dismesse, dune antirumore, rimodellazioni del terreno per scopi paesaggistici e altre destinazioni d’uso, anche al di fuori del contesto dei trasporti. Pur ponendo l’accento sulle opere stradali, la normativa si applica con adattamenti appropriati anche ad altre tipologie di infrastrutture civili, garantendo così un approccio flessibile e completo.