BrianzAcque, l’azienda pubblica che gestisce industrialmente il servizio idrico integrato nella Provincia di Monza e Brianza, ha fatto un grande passo in avanti verso la sostenibilità ambientale e il risanamento delle infrastrutture fognarie, con un progetto all’avanguardia che sposa la tecnologia “no-dig”. L’azienda ha avviato un ambizioso risanamento del collettore fognario che collega Sovico al depuratore San Rocco di Monza. Questo progetto comporta la riqualificazione di 7,6 chilometri di grosse tubazioni, senza la necessità di scavi tradizionali, e coinvolge cinque comuni.
L’operazione, che vede coinvolti i comuni di Sovico, Macherio, Biassono, Vedano al Lambro e Monza, è stata illustrata a margine di un seminario formativo sull’argomento promosso da BrianzAcque, in partnership con l’Ordine Ingegneri di Monza e Brianza e a cui ha partecipato la terza classe del liceo di scienze sperimentali “Maddalena di Canossa” di Monza.
La Sfida del “No-Dig”
La decisione di utilizzare la tecnologia “no-dig” al posto del tradizionale scavo a cielo aperto si è rivelata vincente per una serie di motivi. In primo luogo, questa metodologia riduce al minimo le manomissioni di suolo lungo la strada provinciale SP 6 Monza-Carate Brianza, una delle arterie viabilistiche più trafficate della Brianza. Inoltre, protegge il patrimonio naturale del Parco di Monza, l’oasi verde cintata più grande d’Europa, e il suo prezioso ecosistema.
Un progetto “monumentale“
Questa operazione ha richiesto due anni di studio di fattibilità e di progettazione ed altrettanti di esecuzione, con un costo totale di 16 milioni di lavori. Per finanziare l’intervento, Brianzacque ha ottenuto un prestito BEI (Green Loan) per 7,72 milioni e un finanziamento di 3,5 milioni dalla Regione Lombardia. La restante parte è coperta dagli introiti delle bollette del servizio idrico integrato fornito nei 55 comuni dell’ambito di competenza di MB.
L’Innovazione del “Relining”
Nell’ambito delle varie tecnologie “no-dig”, Brianzacque ha scelto il metodo del “relining” per questo progetto. Questa tecnica permette di installare un nuovo tubo all’interno di quello esistente, utilizzando la tubazione precedente come cassero. Il nuovo tubolare, chiamato “liner,” viene impregnato di resina, inserito nel tubo ospite e fatto indurire. In questo modo, la condotta viene ricostruita dall’interno, ripristinando la sua funzionalità statica e idraulica senza la necessità di effrazioni delle superfici e smantellamento delle tubature.
“L’intervento di BrianzAcque dimostra ancora una volta l’eccellenza tecnica e la sicurezza ambientale che assicurano le trenchless technology alle utility, ai territori e ai cittadini -ha sottolineato nel corso del convegno Paolo Trombetti, Presidente IATT (Italian Association for Trenchless Technology) – Se oggi vogliamo realmente centrare gli obiettivi di qualità in servizi strategici come quello idrico, allora dobbiamo fare un deciso ricorso al no dig, unica famiglia di tecnologie e processi capace di coniugare sostenibilità ambientale, sociale ed economica”.
Comunicare con la Realtà Aumentata
Per avvicinare la cittadinanza al cantiere, BrianzAcque ha fatto ricorso alla realtà aumentata. Attraverso dispositivi come smartphone o tablet, i cittadini possono interagire e immergersi in un mondo virtuale parallelo, per esplorare le informazioni relative al progetto e comprendere appieno le lavorazioni lungo l’asse stradale da Sovico a Monza.