Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims) ha smentito la notizia riportata dal quotidiano La Nuova Venezia, che riferisce di uno slittamento dei lavori di completamento del MoSE al 2025. Il Mims sottolinea che il cronoprogramma del MoSE (allegato al VII Atto Aggiuntivo della convenzione tra il Provveditorato alle Opere Pubbliche del Veneto e il Concessionario Consorzio Venezia Nuova), inviato alla Corte dei Conti per controllo di legittimità, definisce le tempistiche delle attività per il completamento dell’opera che dal 2020, grazie ai numerosi test di sollevamento effettuati, continua a proteggere la città di Venezia dall’acqua alta.
Il cronoprogramma indica il completamento a 18 mesi delle opere civili ed elettromeccaniche. Un tempo più lungo è previsto soltanto per quelle opere che, come la conca di Malamocco, hanno subìto danni dovuti per cause esterne. Il resto della tempistica indicata nel cronoprogramma riguarda i collaudi e le attività di consegna dell’intera opera allo Stato.
L’Atto Aggiuntivo stabilisce inoltre che la fase di avviamento (test, collaudo e consegna allo Stato), già iniziata, avrà una durata complessiva di quattro anni. Data la caratteristica sperimentale del MoSE, questa proseguirà anche dopo che l’opera sarà completata.
Si precisa inoltre che, per quanto riguarda le risorse economiche necessarie per il completamento e avviamento del MoSE, esse sono state già rinvenute e assegnate, attingendo per quanto riguarda l’ultima tranche, di circa 538 milioni di euro, ai risparmi ottenuti dalla riduzione degli interessi passivi su precedenti finanziamenti pluriennali. Queste risorse aggiuntive finanziano anche opere di salvaguardia della laguna che non riguardano il MoSE (Piano Europa e altre).
I cantieri potranno riaprire una volta risolta la fase di criticità finanziaria che sta attraversando il concessionario Consorzio Venezia Nuova, entro il prossimo 28 febbraio. A partire da marzo 2022, inizierà la conta dei 18 mesi come da cronoprogramma. Lo slittamento dei tempi di completamento del MoSE rispetto alla previsione iniziale è stato causato, infatti, dalla disponibilità frazionata e intermittente dei finanziamenti – problema ora risolto – oltreché dalle conseguenze dei precedenti eventi meteomarini avversi.