Lo scopo è quello di dimezzare i tempi necessari per autorizzare i progetti che servono a rafforzare la rete ferroviaria decongestionando il trasporto su strada. Ruota molto intorno a questa scommessa il piano che l’Italia presenterà all’Europa nelle prossime settimane. E, dettaglio non da poco, è tutto messo nero su bianco a pagina 286 delle schede tecniche del Recovery Plan stesso: “Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – si legge nel documento – proporrà una modifica normativa per consentire di anticipare l’ubicazione geografica dei lavori al momento del “Progetto di fattibilità Tecnica Economica” anziché attendere la fase definitiva di progettazione”. Le autorizzazioni supplementari saranno così ottenute nelle fasi successive del progetto, senza convocare la “Conferenza dei Servizi”. Una svolta che dovrebbe dimezzare i tempi da 11 a 6 mesi. Una misura che va nella direzione del “far presto”, divenuto oramai ancora di più un imperativo nella fase di ricostruzione post-pandemica, soprattutto per un Italia troppo spesso impantanata nella burocrazia.
28,3 miliardi messi sul piatto ( metà del quali destinati all Alta alta velocità per aumentare la frequenza e la capacità dei collegamenti ferroviari esistenti) sono vincolati ad un dovere: completare tutti i progetti entro il 2026. Gli obiettivi sono chiari: sostenendo il trasferimento di passeggeri e merci dalle strade alle ferrovie, Rfi prevede un aumento del 10% di passeggeri/km nel lungo periodo e del 20% nel trasporto merci. Le ricadute occupazionali nelle attese saranno robuste: nel complesso si calcola che il programma di investimenti, nei prossimi 5 anni, potrebbe creare in media un livello di occupazione di circa 60 mila persone all’anno. Inoltre l’aumento della capacità nei nodi ferroviari chiave nelle aree metropolitane avrà ricadute positive sui treni regionali, rendendo i centri urbani più accessibili migliorando la qualità di vita. Gli investimenti ferroviari volti a stabilire collegamenti all’interno dell’Italia meridionale ridurranno il divario infrastrutturale e i tempi di percorrenza, migliorando la coesione sociale. Al fine di aumentare i volumi di merci – si legge nel Recovery ” è necessario aumentare la capacità della rete e dei nodi». Occorre inoltre aumentare la connettività delle ferrovie con i porti e gli aeroporti.