sabato, Dicembre 14, 2024

ANCE chiede di prorogare la norma sulle ritenute fiscali negli appalti

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Si è svolta ieri 16 gennaio l’audizione informale dell’ANCE presso le Commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio della Camera, nell’ambito dell’esame, in prima lettura, in sede referente, del disegno di legge di conversione del DL 162/2019 recante “Disposizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica” (DDL 2325/C).

Il Dott. Marco Dettori, Vice Presidente Economico-fiscale-tributario, che ha guidato la delegazione associativa, ha ricordato, in premessa, i dati dell’ultimo Osservatorio congiunturale ANCE, che indicano ancora una volta come un settore centrale nell’economia italiana, come quello delle costruzioni, sia stato, negli ultimi dieci anni, escluso dalle strategie di sviluppo. Anni in cui il sistematico crollo degli investimenti in costruzioni ha penalizzato non tanto il settore edilizio, quanto la stessa dinamica del PIL e, di conseguenza, di tutti i cittadini.

Lo stato del settore va studiato nelle dimensioni di una patologia – di una crisi – che nella storia recente non ha uguali, e va trovata una terapia che è, necessariamente, qualcosa di più dell’1,7% da noi stimato.

Basti dire che crescendo annualmente come prevediamo per il 2020, ovvero l’1,7% – il settore tornerebbe ai livelli pre-crisi solo nel 2045. La terapia che manca si chiama “progetto”. Serve un progetto di sviluppo del Paese, a cui agganciare lo sviluppo del settore. Serve un progetto di rinnovamento completo delle nostre costruzioni, anche per adeguarle alla sfida, epocale, dei cambiamenti climatici.

Il decreto mille proroghe può rappresentare lo strumento su cui intervenire per portare avanti questo progetto.

Sotto il profilo fiscale, in particolare, sono previste sia misure di proroga sia interventi a carattere più generale, che tuttavia, appaiono ancora troppo timide rispetto alle esigenze dell’economia, in generale, e del settore in particolare, ricalcando di fatto un impianto già consolidato in una logica di perenne “proroga di anno in anno”.

In particolare, il DL contiene due disposizioni di proroga d’interesse per il settore, che riguardano:

•        il cd. “bonus verde” per la sistemazione di aree scoperte e giardini, prorogato anche per l’anno 2020;

•        l’albo dei soggetti incaricati dall’autorità giudiziaria nell’ambito delle procedure del “codice della crisi d’impresa”, la cui adozione è stata posticipata dal 1° marzo al 30 giugno 2020.

Al riguardo appare senz’altro positiva la proroga del “bonus verde” che va ad aggiungersi alla conferma, anche per il 2020, degli ulteriori bonus fiscali di recupero edilizio stabiliti dalla legge di Bilancio 2020, ma tali incentivi dovrebbero trovare una definitiva stabilizzazione.

Sul tema, per favorire un reale processo di modernizzazione del patrimonio edilizio esistente, è necessario prorogare sino al 31 dicembre 2030 la detrazione IRPEF/IRES spettante per gli interventi di messa in sicurezza sismica dei fabbricati esistenti (Sismabonus), nonché di quella applicabile per l’acquisto di immobili “antisismici” (Sismabonus acquisti), attualmente operative sino al 31 dicembre 2021.

È, infatti, evidente la necessità di continuare a favorire gli interventi di rinnovamento in chiave antisismica del patrimonio esistente, per i quali occorrono, tuttavia, tempi ben più ampi dell’attuale scadenza, fissata normativamente alla fine del 2021.

Difatti, la programmazione e la pianificazione di interventi di consolidamento strutturale di interi edifici necessita di un più ampio periodo temporale di applicabilità degli incentivi fiscali, che, soprattutto attraverso il meccanismo della loro cessione a terzi sotto forma di credito d’imposta, costituiscono uno strumento “finanziario” alternativo al mutuo bancario, consentendo la realizzazione di lavori complessi che, altrimenti, non verrebbero mai eseguiti.

Inoltre, per favorire il mercato degli acquisiti di edifici performanti dal punto di vista energetico, occorre prevedere la riapertura dei termini, per il triennio 2020-2022, della detrazione spettante per l’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B, commisurata al 50% dell’IVA dovuta.

La misura è stata concepita come strumento di incentivazione del mercato residenziale, per indirizzare la domanda verso l’acquisto di abitazioni di nuova generazione, con effetti positivi sulla riqualificazione del tessuto urbano e sulla qualità dell’abitare.

Inoltre, abbattendo della metà l’IVA applicata sull’acquisto di abitazioni nuove o riqualificate l’incentivo puntava proprio ad eliminare la disparità di trattamento fiscale tra chi compra l’usato dal privato, con registro al 2% o al 9% sul valore catastale dell’abitazione, e chi acquista invece il nuovo o riqualificato dall’impresa, pagando l’IVA al 4% o al 10% sull’intero corrispettivo di vendita.

Il Vice Presidente ha rilevato, altresì, l’assenza delle auspicate misure fiscali richieste dall’ANCE, volte a rendere più fruibili le attuali modalità applicative delle agevolazioni fiscali connesse al recupero edilizio in chiave energetica ed antisismica.

Occorre, infatti, estendere l’ambito applicativo dello sconto in fattura agli interventi condominiali volti alla riqualificazione energetica di secondo livello, agevolati con l’Ecobonus, di importo almeno pari a 200.000 euro, nonché ripristinare lo sconto anche per gli interventi di messa in sicurezza antisismica agevolati con il cd. “Sismabonus”, sempre di importo pari o superiore a 200.000 euro.

Nella stessa direzione, è necessario ripristinare la facoltà di cessione del credito per gli interventi di recupero edilizio delle abitazioni che comportino anche un risparmio energetico.

Un’ulteriore misura d’interesse consiste nello slittamento, dal 1° marzo al 30 giugno 2020 del termine per l’adozione del Decreto del Ministro della Giustizia relativo dell’albo dei curatori, liquidatori e commissari al fine delle procedure del codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, di cui al D.Lgs. 14/2019.

L’albo indicherà, tra l’altro, i requisiti professionali non solo dei curatori, commissari o liquidatori giudiziari, ma anche dei componenti degli cd. “organismi di composizione della crisi – OCRI”, che verranno istituiti presso le camere di commercio nell’ambito delle procedure d’allerta disciplinate dal medesimo codice della crisi d’impresa .

Infatti, anche alla luce delle segnalazioni effettuate presso il Ministero della Giustizia dalle associazioni di categoria, tra cui l’ANCE, per i componenti dell’OCRI di matrice aziendalistica si rende necessaria l’individuazione di requisiti professionali meno rigidi rispetto a quelli stabiliti nel D.M. 202/2014, richiamato ad oggi dal codice della crisi d’impresa (ad es. aver espletato attività nella curatela fallimentare).

Lo slittamento al 30 giugno 2020 per l’istituzione dell’albo tiene conto, quindi, anche di tali richieste e consentirà, altresì, il coordinamento con le disposizioni di modifica che verranno introdotte, a breve, anche in relazione ai membri degli OCRI, mediante un D.Lgs. correttivo al codice della crisi d’impresa, attualmente in fase di elaborazione.

Sempre sotto il profilo fiscale, il provvedimento in esame potrebbe essere lo strumento più idoneo ad intervenire con urgenza sui nuovi obblighi di controllo in tema di ritenute negli appalti.

In particolare, occorre prorogare al secondo semestre del 2020 (per i soli contratti stipulati dal 1° gennaio 2020) dell’entrata in vigore e di semplificare la nuova disciplina mediante:

a)       l’eliminazione dell’obbligo di F24 per singolo committente ed il ripristino della possibilità di compensazione delle ritenute con i crediti fiscali;

b)       la precisazione che le condizioni di esclusione dall’applicazione della nuova disciplina siano alternative.

Il Vice Presidente ha sottolineato, altresì, sotto il profilo delle opere pubbliche, che suscita notevole perplessità l’art.16 del DDL n. 2325/C che prevede la nomina di un Commissario straordinario incaricato di sovraintendere alla programmazione, progettazione e realizzazione degli interventi per fronteggiare la situazione di degrado della rete viaria provinciale della Regione Sicilia.

In tal modo, si produce un’estensione di un modello commissariale – qual è quello previsto per la ricostruzione del Polcevera, caratterizzato da forti poteri derogatori – ad una situazione non connotata dalla medesima condizione di straordinarietà.

E’ noto, infatti, che Commissari straordinari di cui al Dl Sblocca Cantieri possono essere abilitati ad assumere direttamente le funzioni di stazione appaltante, operando in deroga alle disposizioni di legge in materia di contratti pubblici, fatto salvo il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159 (Codice Antimafia), nonché dei vincoli inderogabili derivanti dall’appartenenza all’Unione europea.

L’effetto della previsione è, pertanto, di rendere applicabili, nella gestione commissariale della rete viaria siciliana, le medesime deroghe alle regole ordinarie sulle procedure di gara, in assenza dei caratteri dell’emergenza e dell’urgenza che, soli, potrebbero giustificarle.

Ad avviso dell’Associazione, però, la fase di affidamento e di realizzazione delle opere dovrebbe avvenire nel pieno rispetto delle procedure previste dal Codice dei contratti.

Occorrerebbe, piuttosto, concentrare i poteri di deroga dei Commissari esclusivamente per la fase “a monte” – ossia per comprimere i tempi necessari ad ottenere le autorizzazioni propedeutiche alla messa in gara dei lavori, sul modello di quanto previsto per la tratta dell’Alta Velocità Napoli-Bari – con piena salvaguardia delle regole sul confronto concorrenziale nell’affidamento degli appalti.

Per quanto riguarda, poi, le misure per il settore immobiliare privato, appare fortemente negativa la proroga all’anno 2020 del divieto di adeguare, alla variazione degli indici Istat, gli importi dei canoni di locazione passiva, ossia quelli riguardanti gli immobili di proprietà privata dati in locazione alla pubblica amministrazione e utilizzati per finalità istituzionali.

In questo modo viene legittimato un comportamento vessatorio che costringe i privati proprietari a subire una imposizione normativa derogatoria rispetto al contratto pattuito nonché rispetto alle norme civilistiche. Pertanto, se ne chiede l’abrogazione.

Il provvedimento potrebbe essere integrato con misure in grado di assicurare il completamento degli interventi urbanistico-edilizi avviati nell’ambito di piani attuativi, senza le quali si rischia di “azzerare” non solo risorse pregresse e anni di defatiganti procedure urbanistiche, ma anche occupazione, qualità urbana e investimenti.

Per questo occorre un’ulteriore proroga triennale per tutte le convenzioni di lottizzazione stipulate sino al 31 dicembre 2017.

Infine, il decreto potrebbe essere l’occasione giusta per rispondere all’esigenza della filiera delle costruzioni di recuperare produttività  e di poter stare al passo rispetto alle evoluzioni e ai miglioramenti riscontrabili negli altri settori produttivi.

In questo contesto, si propone la creazione di una piattaforma digitale a sostegno dei processi nelle costruzioni costituisce una iniziativa necessaria, che si pone come “acceleratore” per l’introduzione e la diffusione della cultura della digitalizzazione nel settore oltre che strumento utile a tutti gli attori della filiera delle costruzioni.

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