Il 25 marzo 2025 rappresenta una scadenza imperativa per le imprese coinvolte nel recupero e riciclaggio di inerti. Entro questa data, infatti, le aziende del settore dovranno aggiornare la comunicazione all’Autorità competente o presentare un’istanza di adeguamento in conformità con il Decreto Ministeriale 28 giugno 2024, n. 127 (anche conosciuto con la dicitura End of Waste), che disciplina la cessazione della qualifica di rifiuto per gli inerti derivanti da C&D e da altre origini minerali.
Il provvedimento, pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’11 settembre 2024 ed entrato in vigore il 26 settembre 2024, introduce un nuovo quadro normativo per il recupero e il riutilizzo degli inerti, superando le criticità del precedente DM 152/2022, ora abrogato. La regolamentazione, costituita in 9 articoli e 3 allegati, estende le possibilità di impiego degli aggregati recuperati, riducendo al contempo gli oneri economici e burocratici per gli operatori.
Le nuove disposizioni per il settore del recupero inerti
Il nuovo regolamento definisce con precisione le tipologie di rifiuti inerti ammissibili, tra cui cemento, mattoni, piastrelle e ceramiche (Codici EER/CER 170101, 170102, 170103), miste bituminose e terre e rocce da scavo(EER/CER 170302, 170504) e scarti di ghiaia, sabbia e argilla (EER/CER 010408, 010409).
Per ottenere la qualifica di aggregato recuperato, i materiali devono essere sottoposti a specifici processi meccanici, tra cui frantumazione, vagliatura e separazione delle frazioni metalliche, garantendo il rispetto di parametri ambientali e tecnici stabiliti dalla normativa. Fondamentale è l’obbligo di accompagnare ogni lotto di aggregato recuperato con una Dichiarazione di Conformità (DDC), attestante la rispondenza ai requisiti previsti dal decreto.
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Impatti e obblighi per le aziende
L’adeguamento al nuovo regolamento rappresenta un passaggio strategico per gli impianti di recupero di rifiuti inerti, che dovranno rivedere le proprie procedure operative per garantire la conformità ai nuovi criteri. Oltre all’obbligo di aggiornamento della comunicazione entro il 25 marzo 2025, il decreto introduce requisiti stringenti per la tracciabilità e la gestione dei materiali recuperati, prevedendo controlli più rigorosi sull’intero ciclo di trattamento.
Le aziende del settore sono dunque chiamate a una rapida messa in regola, evitando il rischio di sanzioni e garantendosi l’accesso ai benefici offerti dalla normativa, tra cui una maggiore competitività sul mercato e un ampliamento delle destinazioni d’uso per i materiali riciclati.
L’impatto del decreto End of Waste si estende a tutta la filiera delle costruzioni e demolizioni, sottolineando la necessità di una transizione strutturata verso modelli di economia circolare sempre più integrati nelle dinamiche produttive del settore edilizio e infrastrutturale.