Nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, lungo il Golfo di Aqaba, prende corpo uno dei progetti infrastrutturali più visionari e complessi (oltre che controversi) del nostro tempo: The Line, l’elemento centrale del piano urbanistico NEOM. La sua realizzazione è oggi tangibile, come dimostrano le immagini aeree condivise su LinkedIn da Giles Pendleton, Chief Operating Officer del progetto. Le foto – scattate da elicottero e pubblicate con il titolo “NEOM is real part 24” – documentano in modo diretto l’avanzamento delle attività in calcestruzzo, che coinvolgono in parallelo diverse sezioni del cantiere.
Tra gli scatti più significativi, si distinguono strutture a trincea con fondazioni in calcestruzzo, muri di contenimento a bassa quota e una rete di tubazioni già posate. Questi segmenti evidenziano il progresso delle opere infrastrutturali, comprese le condotte idriche principali, le aree portuali di Oxagon e i campi base per i lavoratori, molti dei quali prossimi alla piena operatività.

Secondo le ipotesi più accreditate, le opere visibili corrispondono alle fondazioni della città lineare, un asse lungo 170 chilometri concepito per ospitare circa 9 milioni di persone. L’elemento iconico del progetto è costituito da due grattacieli paralleli alti 500 metri, che correranno lungo tutta la direttrice. La prima fase – nota come Hidden Marina – sarà in grado di accogliere circa 200.000 residenti, oltre a 9.000 camere d’albergo e servizi collettivi, tra cui scuole e presidi di emergenza.
Oltre all’infrastruttura primaria, le immagini mostrano un’intensa presenza di gru, autocarri pesanti e macchinari da costruzione, che confermano la piena mobilitazione dei mezzi di sollevamento, movimento terra e trasporto. Il livello di attività logistica osservabile suggerisce un investimento significativo anche nella gestione del prefabbricato e nelle operazioni di pompaggio e posa del calcestruzzo, destinato a crescere nei prossimi mesi con l’avvio dei montaggi verticali.

A guidare la progettazione urbanistica e architettonica è un pool di studi internazionali, tra cui Morphosis, Gensler e Delugan Meissl Associated Architects. Accanto al linguaggio estetico e funzionale, il progetto si propone come un nuovo paradigma urbano a emissioni zero, ma ha attirato al contempo numerose critiche da parte di osservatori internazionali per i suoi impatti sociali e ambientali.
Anche nel distretto industriale e portuale di Oxagon, affacciato sul Mar Rosso, si registrano avanzamenti visibili. Il masterplan è guidato dallo studio danese BIG, mentre l’area è già attrezzata con campi operativi temporanei, visibili nelle ultime immagini diffuse, a testimonianza dell’enorme macchina logistica necessaria per sostenere un progetto di queste dimensioni.
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Con l‘avanzamento delle lavorazioni in calcestruzzo funzionali alle fondazioni della megacity, ormai in corso su più fronti, il prossimo snodo critico sarà rappresentato dall’inizio delle strutture fuori terra, attese in concomitanza con l’implementazione dei primi moduli abitativi e commerciali lungo la dorsale della Linea.