Può ancora succedere, nel 2021, in un Paese moderno e industrializzato come l’Italia, che ben 22 viadotti autostradali vengano posti sotto sequestro preventivo per motivi legati alla sicurezza? E’ quanto si chiedono semplici cittadini e addetti ai lavori dopo i recenti fatti avvenuti in Sicilia, dove 22 cavalcavia dell’autostrada A20 Palermo-Messina sono stati interessati dal decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto ed eseguito dalla locale sezione di polizia stradale.
Il provvedimento pone parte dei cavalcavia della A20 affidati in custodia agli enti fruitori del piano viabile e sottoposti a limitazioni di traffico al fine di limitarne la capacità portante in attesa dei necessari interventi funzionali e delle operazioni di ripristino. Al di là degli esiti delle perizie, nella popolazione resta un forte senso di insicurezza mista a rabbia, come è inevitabile che sia.
“Com’è ormai noto, teniamo in grande considerazione il tema della sicurezza infrastrutturale di ponti, viadotti e cavalcavia; tanto è vero che tutte le strutture indicate nel sequestro, nessuna esclusa, sono interessate già da tempo o da interventi di manutenzione seguiti da esperti ingegneri strutturisti, o ancora da rilievi e indagini scientifiche, condotte tenendo in considerazione anche le linee guida fornite dal Ministero”, scrive in una nota Salvatore Minaldi, Direttore del Consorzio per le Autostrade Siciliane. “L’indagine a tappeto avviata, che in verità interessa la totalità della nostra rete autostradale, ha già fornito i primi esiti a seguito dei quali, com’è noto, siamo intervenuti dove era necessario in modo celere e deciso. Nel dettaglio sono 21 le strutture oggetto di indagine, tutte attraversate da strade non di nostra competenza. Di queste 21, 17 sono attualmente oggetto di interventi di manutenzione ordinaria, progettati da ingegneri e approvati secondo le normative vigenti. Per 3 sono in corso indagini strutturali approfondite sulla scorta delle segnalazioni rilasciate dai progettisti. Infine, su l’ultimo rimanente si è già intervenuto sulle selle di appoggio alle travi”.