ll 26 febbraio, un importante incontro si è svolto a Palazzo Chigi, durante il quale il Governo ha discusso con le parti sociali e le associazioni rappresentanti delle imprese edili sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Confcooperative, Legacoop, Ance, Casartigiani, Cna, Confapi, Confartigianato, Confindustria e Confimi Industria hanno chiesto un incontro con i vertici dell’esecutivo per esprimere le proprie richieste su un tema che riempie troppo spesso le pagine della cronaca nera nazionale.
Durante le ore pomeridiane, in Consiglio dei Ministri, è stato approvato uno schema di decreto-legge sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che include anche importanti misure per il settore delle costruzioni. Tra queste, spicca l’introduzione della “patente a crediti”, un nuovo sistema di qualificazione obbligatoria per imprese e lavoratori autonomi che operano nei cantieri edili. Questo sistema di qualificazione mira a garantire standard di competenza e sicurezza elevati nel settore, riducendo al contempo il rischio di lavori irregolari e pericolosi.
“Diamo attuazione al piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso 2023-2025, con un approccio delle tre “C”: controlli, contrasto e compliance”, ha dichiarato il ministro del Lavoro Marina Calderone, che sulla patente a crediti afferma: “La introduciamo dopo 16 anni e la svilupperemo con le parti sociali e le organizzazioni di categoria dell’edilizia”.
La patente parte da 30 punti e viene rilasciata a imprese e lavoratori autonomi dell’edilizia che rispettino tutti i requisiti. I punti verranno decurtati in caso di illeciti o irregolarità, fino ad arrivare alla sospensione delle attività e al pagamento di una multa fino a 12 mila euro. Un incidente mortale apporta la decurtazione massima, ovvero 20 crediti e sospensione dell’attività, che può ripartire a seguito della partecipazione ad un corso di formazione e dopo aver ottenuto un minimo di 15 crediti.
La misura non sembra aver ottenuto l’approvazione di sindacati e imprese. Cgil e Uil bocciano il testo e annunciano battaglia, mentre alcune associazioni di categoria, come Cna, definiscono il testo non idoneo a garantire il rafforzamento della sicurezza”. anche Confartigianato ha espresso parere contrario.
Ance, rappresentata dal suo presidente Federica Brancaccio ha rilasciato alcune dichiarazioni evidenziando la necessità di stringere le maglie sulle sanzioni amministrative e di implementare un sistema di controllo più rigoroso per le imprese edili.
Brancaccio ha sottolineato l‘importanza di un “pactum” di cantiere e un monitoraggio costante, coinvolgendo tutte le parti sociali per affrontare in modo efficace le complesse dinamiche del settore. Ha evidenziato la crescente problematica delle imprese e dei lavoratori che operano nei cantieri senza una sufficiente qualificazione, sottolineando la necessità di regolamentare l’accesso al settore edile.
Il decreto approvato prevede anche misure volte a contrastare il lavoro nero, potenziando le attività di controllo e accertamento delle violazioni in ambito contributivo e sulla sicurezza sul lavoro. Tra le misure contenute nel decreto si prevede l’estensione del regime di solidarietà nell’obbligazione retributiva e contributiva, oltre a verifiche di congruità del costo della manodopera negli appalti pubblici e privati. Inoltre, il decreto introduce incentivi per i datori di lavoro che dimostrino comportamenti virtuosi nella gestione dei rapporti di lavoro e sanzioni penali più severe per chi si rende responsabile di somministrazione fraudolenta di lavoratori o sfruttamento di minori.
Il decreto-legge si propone anche di agevolare il lavoro domestico, prevedendo esenzioni dal versamento dei contributi previdenziali ed assicurativi per i datori di lavoro che assumono assistenti per anziani con specifiche condizioni economiche.