Il Mare del Nord è noto per essere uno dei principali siti di produzione di greggio in Europa, con Regno Unito e Norvegia che rappresentano circa l’80% della produzione della regione. Attualmente, però, il esso è già entrato in una fase di declino terminale. L’anno scorso, il bacino petrolifero ha prodotto 34 milioni di tonnellate di petrolio, il livello più basso da quando è stata avviata la produzione negli anni ’70. Decine di grandi compagnie petrolifere si sono già ritirate e la produzione è destinata a continuare a ridursi nonostante il governo del Regno Unito abbia recentemente rilasciato una serie di licenze. Nel frattempo, altri produttori stanno riducendo gli investimenti o abbandonando il bacino in vista di nuovi aumenti delle tasse sul settore.
Per ovviare a questo problema – che rappresenta certamente un’ulteriore “gatta da pelare” per l’approvvigionamento interno di energia del Vecchio continente – l’Europa sta escogitando modi innovativi per mettere a frutto la sua potenza energetica in declino. Il Belgio ha avviato il processo di costruzione di un’isola artificiale nel Mare del Nord che fungerà da hub di interconnessione energetica regionale. Situata al largo della costa belga, la Princess Elisabeth (questo il nome scelto per l’enclave artificiale offshore) fungerà da hub elettrico che raggrupperà la fitta rete di cavi che portano ai parchi eolici nella seconda zona eolica offshore del Belgio, contribuendo a riportare a riva l’elettricità che generano. La piccola isola servirà anche da punto di approdo intermedio per gli interconnettori che collegano il Belgio ad altri Paesi europei.
La Banca europea per gli investimenti ha già approvato una sovvenzione di 650 milioni di euro all’operatore di rete ad alta tensione del Belgio Elia Transmission Belgium per costruire l’isola.
TM Edison, il principale appaltatore del progetto Princess Elisabeth, ha avviato il processo di costruzione, che prevede una durata stimata di circa due anni e mezzo. In sostanza, la società eleverà un’isola di sei ettari dal mare, per una superficie totale equivalente alla dimensione di dodici campi da calcio. La prima fase prevede la costruzione dei cassoni che costituiranno l’anello esterno dell’isola. I 23 blocchi in calcestruzzo armato, ciascuno lungo 58 metri, alto 28 metri e largo 28 metri, avranno un peso di 20.000 tonnellate ciascuno. La costruzione dei cassoni avverrà a Flushing, nel Regno Unito.
Durante questa fase, la nave posapietre Simon Stevin di Edison installerà rocce sul fondale marino per creare una solida base su cui posizionare i cassoni. La posa dei cassoni, che definiranno il perimetro dell’isola, richiederà circa due anni, con una sospensione temporanea dei lavori durante i mesi invernali caratterizzati da condizioni meteorologiche avverse. Una volta completati, i 23 cassoni parzialmente sommersi saranno trasportati nel loro sito finale in mare aperto mediante rimorchiatori. Successivamente, le draghe riempiranno l’interno dei cassoni con sabbia, consentendo loro di affondare ulteriormente e di posizionarsi definitivamente sulle fondamenta di roccia.
L’isola verrà poi riempita e compattata con sabbia al suo interno. Sopra di essa, Elia Transmission Belgium costruirà l’infrastruttura elettrica necessaria. L’isola sarà dotata anche di un piccolo porto con attracchi per agevolare e rendere sicuri i trasferimenti di personale. I lavori dovrebbero essere completati entro il 2026.