Sollevarsi dall’emergenza e pensare al territorio con una coscienza rinnovata. È questo il messaggio che è giunto due giorni fa, nel ricordo doloroso e consapevole del terribile terremoto che otto anni fa ha colpito i paesi di Amatrice e Accumoli; un evento catastrofico che ha determinato la creazione di un cratere esteso per oltre 8.000 chilometri quadrati – un’area compresa tra quattro regioni (Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria) per 138 comuni.
“Dopo otto anni, credo che il primo dovere delle Istituzioni sia di fare memoria delle vittime e delle famiglie che hanno perso i loro cari e i loro beni. E chiedere scusa per i ritardi accumulati in troppe false partenze – ha commentato, commosso, il commissario straordinario alla ricostruzione e alla riparazione, Guido Castelli –
Un dovere che spetta a chi oggi rappresenta le Istituzioni, a prescindere da un cambio di passo che in quest’ultimo anno e mezzo è stato registrato e documentato”. Al 31 luglio scorso, per quanto riguarda le abitazioni private e gli immobili produttivi, sono 31.786 le richieste di contributo per la ricostruzione già presentate; l’importo complessivo ammonta 14,5 miliardi di euro. Le richieste approvate dagli Uffici speciali per la ricostruzione sono complessivamente 20.429 e rappresentano il 64% di quelle presentate, determinando la concessione di quasi 9 miliardi di euro e la liquidazione di 4,8 miliardi.
“Nell’ultimo biennio abbiamo assistito a una sensibile accelerazione – ha sottolineato Castelli – Più della metà delle richieste presentate sono relative a comuni delle Marche (il 57%, pari a 17.968 richieste) mentre il restante 43% si distribuisce tra Abruzzo (17%, 5.541 richieste), Umbria (15%, 4.896 domande) e Lazio (11%, 3.381 domande)”. Sempre al 31 luglio 2024, infine, a fronte dei 20.379 cantieri autorizzati, quelli conclusi sono 11.364, con una percentuale di interventi chiusi su base regionale che va dal 62% dell’Abruzzo, al 59% di Umbria e Marche al 48% del Lazio. Per quanto riguarda la ricostruzione pubblica, il Rapporto sulla ricostruzione post sisma 2016 aggiornato al 31 maggio del 2024 ha evidenziato che è stato avviato il 95% delle opere (gli interventi in progettazione sono il 66% del totale di cui 25% approvati e il 12% sono i lavori conclusi). Ad Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) è stato dato il via libera per il progetto di ricostruzione dell’intero centro storico del capoluogo, con un progetto innovativo che sta diventando una case history per l’ingegneria della ricostruzione post-sisma, mentre per Accumoli è stata recentemente approvata l’Ordinanza speciale per la ricostruzione unitaria dell’abitato.