Per la ripresa dell’imprenditoria italiana, duramente colpita dall’emergenza sanitaria del COVID-19, l’edilizia industrializzata in calcestruzzo chiede al Ministro Patuanelli ed ai Presidenti delle Regioni la tempestiva riapertura dei cantieri. A farsi portavoce di questo accorato appello è ASSOBETON, l’associazione nazionale aderente a Confindustria, che rappresenta i produttori di manufatti prefabbricati in calcestruzzo.
Il contributo dell’edilizia industrializzata può essere un decisivo traino anche per questa nuova ripartenza, così come lo fu nel secondo dopoguerra. In termini di investimenti, ricerca, innovazione e, pur in un decennio estremamente difficile come quello trascorso, di mantenimento dei livelli occupazionali, il settore offre infatti da sempre un apporto fondamentale per l’economia del Paese. Uno stop prolungato delle attività, in un periodo dell’anno cruciale per i cantieri, potrebbe comportare serie ripercussioni per le aziende e per il tessuto socio economico che esse contribuiscono a sostenere.
Su questo, e sulla garanzia del rispetto di tutte le norme di prevenzione e sicurezza, si basa la richiesta inviata al Ministro Patuanelli ed ai Presidenti delle Regioni.
Nei cantieri in cui si usano manufatti cementizi, infatti, il rischio della possibilità di contagio è basso in quanto le lavorazioni sono fatte all’aperto, con pochi operatori distribuiti su grandi estensioni e ridottissime occasioni di contatto.
Nei cantieri in cui si usano manufatti cementizi, infatti, il rischio della possibilità di contagio è basso in quanto le lavorazioni sono fatte all’aperto, con pochi operatori distribuiti su grandi estensioni e ridottissime occasioni di contatto.
Molte attività produttive che si svolgono all’aperto risultano inoltre già ammesse dal DCPM 10 aprile 2020. Le attività per le quali si chiede l’autorizzazione in deroga richiedono un numero molto limitato di addetti per ogni tipologia di lavorazione, con distanze tra gli addetti ben superiori ai due metri.
Gli addetti saranno tenuti al rispetto delle misure previste dal “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” sottoscritto il 14 marzo 2020 per le parti applicabili a dette tipologie lavorative e le norme di cui al DCPM 10 aprile 2020 allegato 4, oltre alle indicazioni fornite nel “Protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del Covid – 19 nei cantieri edili” condiviso dal suddetto Ministero, in data 19 marzo 2020, con Anas S.p.A., RFI, ANCE, Feneal UIL, Filca CISL e Fillea CGIL.
Ogni lavorazione nei cantieri temporanei e mobili è soggetta al controllo di un Coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione (CSE), come identificato dal Decreto Legislativo 81/2008.
Le procedure di prevenzione del contagio non saranno dunque lasciate all’iniziativa individuale, bensì affidate al Piano della Sicurezza e coordinamento redatto e applicato da quest’ultimo. Ponendo dunque la massima attenzione alla sicurezza, è improrogabile la necessità di coniugare il principio della tutela della salute, sicuramente prevalente, con la tutela anche del tessuto socio economico e imprenditoriale.