Arriva dall’Australia un’idea rivoluzionaria che potrebbe stravolgere il processo produttivo del calcestruzzo e la sua composizione futura. Si tratta del vetro ricicilato utilizzato come aggregato nel calcestruzzo polimerico al posto della sabbia. A condurre la sperimentazione è stata la eakin University di Melbourne, sotto la supervisione del professor Riyadh Al-Ameri.
Il vetro, al contrario dell’idea maggiormente diffusa nella collettività, non sempre può essere riciclato. Ciò avviene soprattutto quanto i frammenti sono troppo piccoli per essere trattati o quando il materiale è troppo datato. Ed ecco che i resti, invece che essere conferiti negli appositi impianti di trattamento, a questo punto potrebbero avere un utilizzo ben differente.
I ricercatori hanno preso vari pezzi di vetro non riciclabile e li hanno macinati fino a realizzare una polvere a grana grossa. Poi hanno utilizzato questa polvere come aggregato nel calcestruzzo polimerico, al posto della sabbia normalmente impiegata. Lo stesso calcestruzzo polimerico sostituisce la resina polimerica, come agente legante per il cemento, e viene solitamente usato – ad esempio – per i pavimenti impermeabili. I risultati sono stati soddisfacenti in quanto il calcestruzzo polimerico a base di vetro è stato testato ed è risultato essere molto più forte rispetto a quello tradizionale a base di sabbia.
L’utilizzo del vetro smerigliato è accompagnato da costi di produzione del calcestruzzo inferiori rispetto a quelli della sabbia, che deve essere estratta, lavata e calibrata. Inoltre, è stata prevista per il futuro una carenza di sabbia idonea all’uso con il cemento, mentre sono invece disponibili scorte di vecchi vetri non lavorati.