Si trova a Oslo il primo cantiere carbon neutral al mondo. Nel centro cittadino, sulla Olav Vs, una delle zone più affollate della capitale norvegese, i lavori di rifacimento stradale sono realizzati solo con macchinari elettrici. Gru, scavatori, montacarichi sono tutti alimentati da energie pulite per ridurre inquinamento e rumori.
Oslo rappresenta già una best practice mondiale nella tutela dell’ambiente, anche nel settore delle costruzioni dove l’incidenza delle emissioni nocive cittadine si ferma al 7%. A questo risultato concorre in modo significativo il progetto pilota del cantiere carbon neutral che – nei prossimi mesi – potrebbe diventare un banco di prova per la costruzione di altre grandi opere cittadine. Si stima infatti che l’utilizzo di macchinari elettrici nel cantiere di Olav Vs permetterebbe di evitare l’utilizzo di 35mila litri di diesel, equivalenti a 92.500 kg di Co2.
Oltre ad Oslo altre sei città norvegesi hanno annunciato l’intenzione di arrivare al 2030 con cantieri esclusivamente carbon neutral. Un obiettivo realizzabile anche per la naturale propensione della Norvegia alla sostenibilità energetica. Attualmente il paese vanta il record mondiale, rispondendo al 98% del suo fabbisogno energetico grazie alle energie rinnovabili, in particolare l’idroelettrico. Una strada seguita anche da altre capitali del Nord Europa, come Copenhagen e Helsinki.
La domanda di sostenibilità nelle grandi opere è stata accolta da molte aziende del settore. Il Gruppo Webuild, che nel centro di Copenhagen ha costruito Cityringen, il nuovo anello metropolitano che corre intorno al centro cittadino, ha ridotto del 56% le emissioni di Co2 tra il 2014 e il 2020. Tutti i cantieri del Gruppo Webuild, in giro per il mondo, assicureranno nei prossimi anni il trattamento giornaliero di 857 milioni di metri cubi di acqua, l’istallazione di 14.400 MW di energia rinnovabile oltre a un taglio annuale di 21 milioni di tonnellate di Co2 che altrimenti verrebbero emesse nell’atmosfera.
Perfino le TBM, le talpe lunghe oltre 100 metri che scavano i tunnel delle linee ferroviarie e metropolitane, sono oggi oggetto di analisi e studi che permettono di ridurre del 20% i consumi energetici ed idrici.