Dopo oltre vent’anni di attese e rinvii, prende finalmente corpo la ricostruzione della diga foranea di Pola, infrastruttura strategica realizzata in epoca austroungarica e oggi in avanzato stato di degrado. L’intervento, affidato all’impresa Pomgrad Inzinjering di Spalato, prevede un cantiere di 18 mesi e un investimento complessivo di 26,9 milioni di euro, finanziato in gran parte dal programma europeo Connecting Europe Facility (18,3 milioni a fondo perduto), con la quota restante a carico del Ministero croato del Mare, dei Trasporti e delle Infrastrutture e della Regione istriana.
Un’opera di oltre un secolo
La diga, lunga originariamente 1.200 metri, venne costruita alla vigilia della Prima guerra mondiale con blocchi in pietra estratti dalla vicina penisola di Musil e rivestiti in calcestruzzo armato. Con i suoi 111 anni di vita, l’opera mostra oggi segni evidenti di deterioramento: la corona risulta in più punti disgregata e l’armatura metallica del calcestruzzo affiora sotto l’azione combinata di onde e salsedine.
Il progetto attuale prevede la ricostruzione integrale della diga esistente e include anche il completamento di un tratto mancante di 254 metri e l’aggiunta di un nuovo segmento di 145 metri, mai realizzato in passato. La quota sommitale sarà innalzata di circa un metro, per rispondere all’innalzamento del livello del mare legato ai cambiamenti climatici e rafforzare la protezione portuale.

Una firma storica per la regione
La cerimonia di sottoscrizione del contratto si è svolta presso il Museo d’arte contemporanea di Pola, alla presenza del direttore dell’Autorità portuale regionale Dalibor Brnos e dei dirigenti di Pomgrad Inzinjering. Un atto che il governatore istriano Boris Miletić ha definito “una giornata storica per la regione”.
“Abbiamo appreso che l’Austria per la costruzione spese 6 milioni di corone, che oggi equivarrebbero a circa 216 milioni di dollari – ha commentato a riguardo Miletić -. Non è nostra intenzione paragonarci all’Impero, ma possiamo dire che quest’opera rappresenta in assoluto il maggiore investimento in queste terre da quando esiste la Regione istriana”.
Un investimento tra storia e resilienza
La diga foranea di Pola nacque come infrastruttura militare e commerciale alle soglie del Novecento; oggi torna protagonista come opera di ingegneria idraulica ed elemento cruciale per la resilienza del porto e della città. L’avvio dei lavori, atteso entro un mese, risponde non solo all’urgenza di consolidare una struttura compromessa, ma anche alla necessità di adattare le infrastrutture marittime al nuovo scenario climatico, con maree più alte e fenomeni meteo-marini estremi più frequenti.