Una nuova frontiera della prefabbricazione in calcestruzzo si sta consolidando nel cuore dell’Europa, dove una start-up svizzera sta reinterpretando il concetto di armatura strutturale. MESH, spin-off del prestigioso ETH di Zurigo, ha sviluppato un sistema robotico in grado di piegare, posizionare e saldare barre d’armatura con geometrie complesse, introducendo un nuovo paradigma per l’efficienza produttiva e la libertà progettuale.
Già in opera per la realizzazione della seconda canna stradale del tunnel del Gottardo, il sistema consente la fabbricazione automatizzata fino a 10.000 gabbie d’armatura, con un livello di ripetibilità e controllo qualità impensabile nei processi manuali. La tecnologia sviluppata da MESH è geniale sotto molti punti di vista. Da un lato può potenziare la produttività dei cantieri infrastrutturali, dall’altro apre a nuove possibilità formali per l’architettura in calcestruzzo, grazie alla perfetta interazione tra progettazione digitale e fabbricazione robotica.

Dall’etica progettuale alla robotica di precisione
Il cuore del sistema MESH è un software che trasforma i dati tridimensionali del progetto in istruzioni macchina, governando bracci robotici specializzati nella manipolazione di tondini in acciaio. L’approccio, messo a punto attraverso le collaborazioni con il Gramazio Kohler Research di ETH e partner industriali, integra la logica dell’automazione avanzata con le esigenze della progettazione architettonica contemporanea.
Il laboratorio operativo di MESH è situato a Birr, nel cantone di Argovia, all’interno di un’ex area industriale riqualificata. Qui si fondono competenze di ingegneria meccanica, design computazionale e logistica di cantiere, in un contesto che promuove innovazione e trasferimento tecnologico.

Dal Gottardo a Venezia: versatilità applicativa e rigore costruttivo
Oltre alla sua applicazione in grandi infrastrutture, il sistema MESH ha già dimostrato versatilità in contesti di alto profilo simbolico. Si ricordano, tra gli altri, il padiglione Tor Alva di Mulegns, realizzato con geometrie complesse in calcestruzzo stampato 3D, e l’installazione “A Robot’s Dream” alla Biennale di Architettura di Venezia, in cui gabbie metalliche fluttuanti racchiudono un robot umanoide: metafora visionaria di un cantiere del futuro.
Ma è nel settore produttivo che questa tecnologia trova la sua maturità. Automatizzando fasi ad alta intensità di manodopera come lo smistamento e l’impilamento delle armature dopo la piegatura, MESH offre una risposta concreta alla carenza di manodopera specializzata e ai rischi ergonomici per gli operatori. I suoi sistemi sono già a noleggio presso diversi produttori di armature in Svizzera.
Vantaggi per il calcestruzzo prefabbricato e in opera
Per le imprese di prefabbricazione e i contractor del calcestruzzo strutturale, l’adozione di sistemi come MESH si traduce in molteplici aspetti vantaggiosi. A partire da una riduzione dei costi e dei tempi grazie all’eliminazione delle fasi manuali ripetitive, passando per una maggiore flessibilità progettuale anche per forme complesse e precisione e coerenza dimensionale per ciascuna gabbia d’armatura, senza dimenticare il notevole potenziamento del fattore “just-in-time” nei processi di prefabbricazione.
L’avanzamento della digitalizzazione e della produzione offsite rende sempre più concreta l’ipotesi di una costruzione dove l’armatura è generata su misura, senza sacrificare l’efficienza. “Anche una scala può richiedere gabbie uniche – ha affermato Ammar Mirjan, cofondatore di MESH – L’automazione digitale è la chiave per mantenere questa diversità nella trasformazione dell’industria edilizia”. Un approccio che, con rigore scientifico e visione applicativa, si candida a ridefinire i confini tra progettazione, prefabbricazione e sostenibilità nel calcestruzzo contemporaneo.