Dopo la grande crisi 2008-2014, la debole ripresa 2015-2019, la caduta del 2020 pandemico, ecco un 2021 di straordinaria ripresa del mercato delle opere pubbliche italiane. Questo è ciò che si ravvede nel XXXI Rapporto congiunturale e previsionale del Cresme “Il mercato delle costruzioni 2022”, presentato l’11 novembre scorso a Verona. Gli investimenti in edilizia mostrano una crescita del 17,6% nel 2021 in valori costanti e del 6,6% nelle previsioni del 2022, contro una caduta del 2020 limitata al 5,3%.
Per il Cresme, la pandemia quindi ha solo fermato per un breve periodo una crescita che, nel 2019, si era manifestata con un +4,3%. Come rileva l’analisi dell’istituto di ricerca, l’attuale eccezionale crescita delle costruzioni in Italia è il frutto di varie componenti, prima tra queste una nuova politica economica in risposta alla crisi pandemica, gli incentivi per la ristrutturazione che hanno reso gli interventi sugli edifici esistenti una occasione “irripetibile” da cogliere, le risorse messe a disposizione per le opere pubbliche già a partire dal 2014-2015, che sono riuscite a tradursi in spesa a partire dal 2019, a crescere nel 2020 e ad avviare con il 2021 una ulteriore fase espansiva, che andrà a rafforzarsi nello scenario di medio periodo grazie alle risorse del PNRR.
A ciò si aggiunge l’enorme massa di risparmi accumulati, l’importanza che la casa e l’abitare hanno ancor più assunto a causa della pandemia, delle “quarantene”, dello svilupparsi del lavoro a distanza e una nuova dinamicità caratterizzata più che altro da occasioni da cogliere che riguarda le città e i programmi di rigenerazione urbana.
Uno scenario luminoso a cui corrispondono ombre di rilievo, poiché è vero che le costruzioni sono tornate al centro della politica economica, lo è meno l’esistenza di un progetto di politica industriale per il settore delle costruzioni del nostro paese, con il conseguente rischio di una una rapida caduta dopo la rapida salita dell’economic momentum.
Le dimensioni e la rapidità della crescita hanno reso difficile la risposta dell’offerta alla domanda, e hanno portato come correlato un forte incremento dei prezzi, determinato dalla domanda mondiale di materie prime, dalla rottura temporale delle catene logistiche distributive, dall’aumento del costo dell’energia, ma allo stesso tempo da un processo speculativo che si è sviluppato nella lunga filiera che determina il percorso realizzativo nelle costruzioni.
Ma non solo, si fatica ad avere la disponibilità dei materiali, non si riescono a mantenere i tempi delle consegne: i ponteggi che non si trovano sono il simbolo di questo momento, forse ancor più della manodopera.
Maggiori informazioni possono essere richieste agli uffici di Atecap (Associazione tecnico economica del calcestruzzo preconfezionato).