Confindustria Federbeton – rappresentativa della filiera italiana del cemento e del calcestruzzo – accoglie con favore la notizia della nuova Commissione istituita con decreto del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini e incaricata di definire i criteri per le verifiche e gli interventi di manutenzione, da effettuare sulle strutture di ponti in calcestruzzo armato precompresso e ordinario.
Cemento e calcestruzzo hanno garantito e continuano a garantire al nostro Paese di poter sviluppare il proprio patrimonio infrastrutturale con materiali solidi, affidabili e durevoli nel tempo. Lo dimostra la straordinaria capacità delle infrastrutture realizzate negli anni ’50 di accompagnare lo sviluppo economico, produttivo e sociale italiano. Al servizio prestato al Paese da questa rete di opere così longeve purtroppo non è corrisposto, nel tempo, un impegno nella manutenzione delle opere stesse.
Ancora oggi, il calcestruzzo continua ad essere la soluzione più adatta per la realizzazione di grandi opere. Gli ultimi decenni hanno visto una importante accelerazione dell’innovazione sul piano della conoscenza e dello sviluppo del calcestruzzo, ma anche della tecnica progettuale e della capacità di messa in opera: il calcestruzzo offre garanzie sempre maggiori di durabilità, resistenza e adattabilità. L’innovazione tecnologica applicata al materiale rende disponibile una varietà di calcestruzzi ultra performanti e adatti alle nuove esigenze costruttive.
L’eccellenza dei materiali impiegati nella costruzione delle infrastrutture non può, tuttavia, sostituire la necessità fondamentale di manutenere e avere cura delle opere. Soprattutto nel caso di quelle realizzate prima della normativa attualmente in vigore, in materia di progettazione ed esecuzione.
Federbeton condivide, dunque, l’approccio della Commissione che nasce per impostare nuove e più stringenti modalità di esame dello stato di conservazione delle infrastrutture e per definire i possibili interventi di manutenzione.
Anche su questo fronte, le imprese della filiera sono in grado di prestare il proprio contributo in termini di concretezza: i laboratori di ricerca hanno, infatti, sviluppato calcestruzzi capaci di ricostituire, proteggere, sigillare, consolidare strutture compromesse. Per i ponti e i piloni, in particolare, sono disponibili calcestruzzi particolarmente fluidi, che – avvolgendo gli elementi strutturali degradati – creano una ‘nuova pelle’ dello spessore di pochi centimetri ma con grandi performance. Questo tipo di intervento è in grado di estendere la vita utile delle opere fino a 100 anni ulteriori, moltiplicando la resistenza a fronte di investimenti ridotti.