INAIL ha pubblicato un documento che illustra la metodologia più efficace per individuare e gestire il rischio derivante dai NORM (Naturally Occurring Radioactive Material), ovvero i materiali caratterizzati da radioattività naturale emessa da elementi come l’uranio e soprattutto dal radon, prodotto dal decadimento di uranio e torio, diffusi nelle rocce terrestri.
Spesso molti materiali da costruzione contengono proprio questi radionuclidi e a questo riguardo il D.Lgs. 101/2020, la principale norma nazionale in ambito di radioprotezione, dedica il Capo II Titolo IV proprio alle pratiche che comportano l’impiego di materiali contenenti radionuclidi di origine naturale.
L’iniziativa odierna di INAIL illustra, nel documento redatto in questi giorni, il protocollo tecnico-pratico per la produzione di cemento. Il testo è stato prodotto dal Gruppo di Lavoro del progetto NORM che si dedica allo sviluppo di strumenti per l’individuazione e la gestione dei rischi derivanti da radiazioni naturali e il protocollo è disponibile sul Portale Agenti Fisici (PAF) dell’INAIL.
I rischi nella produzione di cemento si rivelano soprattutto nel rilascio di radionuclidi durante il processo termico da cui si ottiene il clinker. La miscela di calcare e argilla, cotta a 1500°C, può causare il rilascio di polonio (Po-210) e piombo (Pb-210). I radionuclidi restano nelle polveri del camino e nelle incrostazioni delle pareti del forno clinker. Durante le attività di pulizia, rimuovendo residui ed incrostazioni, è possibile che i lavoratori addetti siano esposti quindi a polveri radioattive per inalazione e contatto. Il rischio riguarda quindi gli impianti dotati di forno clinker che eseguono operazioni di manutenzione.
Le indicazioni operative del protocollo INAIL prevedono:
– Identificazione dei materiali, le matrici solide che possono contenere radionuclidi (materie prime, residui, polveri, incrostazioni, effluenti aeriformi);
– Analisi delle matrici solide al fine di rilevare se il livello di radioattività superi i livelli di esenzione previsti per legge;
– Individuazione dei possibili scenari e modalità di esposizione, per ipotizzare le dosi per lavoratori e popolazione;
– Verifica del superamento eventuale della dose efficace stimata oltre il livello di esenzione, fissato a 1 mSv/anno per i lavoratori e 0,3 mSv/anno per la popolazione.