Per la realizzazione del nuovo showroom l’azienda svizzera Kobelt AG – impresa di costruzione in rapida crescita nel paese elvetico – ha deciso di avvalersi della collaborazione con Holcim, per dare alla luce un progetto pionieristico. L’edificio è infatti il primo realizzato in calcestruzzo stampato in 3D in tutta la Svizzera. La tecnica è stata scelta con lo scopo di catalizzare la libertà di progettazione e di forma, con il potenziale di ottenere risparmi in termini di tempo, costi e materiali, a tutto vantaggio della sostenibiltà.
La stampa 3D del calcestruzzo è ancora una novità in Svizzera, ma Holcim sta dimostrando che si tratta di una soluzione costruttiva possibile e sta stabilendo nuovi standard grazie alle sue tecnologie innovative. Questo padiglione showroom è stato realizzato in soli otto giorni, impiegando un totale di 60 metri cubi di calcestruzzo. “Ci sono state diverse sfide, ma questi insegnamenti ci aiuteranno a migliorare il nostro flusso di lavoro per i progetti futuri – ha affermato Kevin Böhlen, project manager di Holcim Svizzera – Un ringraziamento speciale a tutti coloro che ci hanno aiutato e sostenuto. Inoltre, un grande ringraziamento a Kobelt AG per la fiducia riposta in noi per la stampa del primo edificio in loco in Svizzera”.
La visione del nuovo showroom dell’azienda doveva riflettere l’esperienza di Kobelt in architettura, pianificazione e costruzione. Sfaccettature chiare e supporti in acciaio a forma di ventaglio sono completati da un tetto ad ala realizzato con pannelli di legno multistrato. La tecnologia Holcim di stampa in 3D del calcestruzzo è un processo che prevede l’applicazione di un calcestruzzo speciale a strati senza la necessità di casseforme. Per rendere il processo efficiente in termini di tempo e risorse, ciò avviene secondo un modello 3D digitale creato in precedenza.
Per questo progetto è stata utilizzata una stampante COBOD per stampare un calcestruzzo speciale come alternativa innovativa alla malta, spesso utilizzata nella stampa 3D. Questo tipo di calcestruzzo è caratterizzato da una maggiore resistenza e contiene meno cemento della malta, il che ha un impatto ambientale positivo. Un altro vantaggio è che i componenti principali del calcestruzzo – sabbia e ghiaia – sono disponibili localmente.
Potenziando la progettazione intelligente, la stampa 3D può ridurre l’utilizzo di materiale fino al 50%.
Il padiglione realizzato per l’azienda Kobelt si estende su una superficie di circa 150 metri quadrati e raggiunge un’altezza totale di 6,2 metri. La lunghezza totale del materiale stampato è di 27 chilometri.
Le pareti stampate in 3D possono anche ridurre l’impronta di carbonio di un edificio o di una struttura. Ad esempio, per costruire il Phoenix Bridge, Holcim ha sviluppato un inchiostro per cemento brevettato con una formulazione ottimizzata a basse emissioni di carbonio che ha ridotto l’impronta di carbonio complessiva della struttura del 25%.
La stampa 3D sta anche aiutando a promuovere la costruzione circolare per salvare le risorse del pianeta. Di design circolare, Phoenix resiste esclusivamente alla compressione senza rinforzo, con blocchi che possono essere facilmente smontati e riciclati.