giovedì, Agosto 28, 2025

Una storia per continuare a credere nel valore del lavoro: Prearo Costruzioni premia la famiglia Zoppellaro

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Ci sono storie che attraversano le comunità, i decenni, i confini fisici. Ci sono racconti che oltrepassano il concetto stesso della tradizione da dove vengono generate e arrivano dove sono destinate ad arrivare: al cuore della gente. Il settore delle costruzioni è prima di tutto una storia di persone, di famiglie, di piccoli e grandi imprenditori che credono in una visione e nel senso più profondo del lavoro che svolgono.

Oggi vogliamo raccontare una di queste storie, che si intreccia con quella del settore edile padovano, ed è quella della famiglia Zoppellaro, da tre generazioni legata indissolubilmente all’impresa di Codevigo Prearo Costruzioni. Il testimone di un mestiere tramandato di padre in figlio – e ora di nonno in nipote – è stato recentemente celebrato con un riconoscimento ufficiale all’impegno di Alberto Zoppellaro, 51 anni, da un quarto di secolo in forza all’azienda.

A consegnare il premio sono stati Giovanni e Andrea Prearo, alla guida dell’impresa fondata nel 1965 dal nonno Gino, proprio nell’anno in cui Giovanni Zoppellaro, il primo della famiglia, lasciava il lavoro nei campi per abbracciare un nuovo mestiere, tutto da imparare, in cantiere. In mezzo, la lunga esperienza del figlio Bruno – scomparso lo scorso 6 aprile, all’età di 80 anni – che ha dedicato oltre trent’anni della propria vita lavorativa all’impresa. Una narrazione familiare che diventa anche testimonianza concreta di continuità, passione e fiducia reciproca tra impresa e lavoratori.

“Dopo un’esperienza come cameriere e un periodo in un’altra azienda del settore edile – racconta Alberto Zoppellaro, oggi anche rappresentante dei lavoratori per la sicurezza – ho iniziato a lavorare per Prearo nel 2000, attratto certo dalla vicinanza, ma anche dall’esperienza di mio papà. Fin da piccolo l’ho osservato in cantiere, in particolare quando ha costruito la nostra casa, mi ha trasmesso la passione per il mestiere e per il valore del lavoro manuale oltre alle prime conoscenze. In azienda si respira un clima positivo fra colleghi, da parte di Giovanni e Andrea Prearo e prima ancora con il padre Renato c’è sempre stato dialogo e ascolto verso i dipendenti. Del lavoro in Prearo – aggiunge – mi piace molto anche la possibilità di fare esperienza in ambiti diversi”.

Nei suoi 25 anni in azienda, Zoppellaro ha preso parte a cantieri di ogni tipo, dall’edilizia civile e industriale ai restauri di pregio come quello del Museo della Medicina di Padova o della casa di cura Villa Maria, fino a interventi in contesti sanitari o alberghieri, come la realizzazione di una struttura ricettiva nel cuore di Venezia.

Un bagaglio di esperienze che si è arricchito nel tempo anche grazie alla visione dell’azienda. “Il nostro grazie ad Alberto, colpito dalla recente perdita del padre, anch’egli straordinario collaboratore della nostra azienda – commenta Andrea Prearo – è esteso a tutte le persone che lavorano con noi e che rappresentano il vero motore della nostra azienda. Ci impegniamo nel costruire un clima positivo, ma anche per garantire stabilità retributiva e dare ai nostri collaboratori opportunità per imparare e per crescere. Alle figure ‘storiche’ come Zoppellaro – preziose e insostituibili – si affiancano alcuni giovani che sono entrati negli ultimi anni e che stanno contribuendo a portare delle innovazioni significative”.

Non a caso, Prearo Costruzioni sta avviando un articolato progetto di employer branding, volto ad attrarre nuove generazioni e a rendere più attrattiva la professione, integrando know-how tradizionale e tecnologie emergenti.

“Stiamo implementando i moderni sistemi innovativi che integrano tecnologie all’avanguardia basate sull’intelligenza artificiale e sull’automazione dei processi, per rendere il lavoro in cantiere più efficiente e sicuro, ma al tempo stesso anche più stimolante – spiega Giovanni Prearo – L’obiettivo di fondo è creare un ambiente di lavoro dinamico e attrattivo nei confronti dei giovani che si affacciano al settore delle costruzioni, una proposta in cui l’adozione delle nuove tecnologie si integra con la tradizione del mestiere, offrendo opportunità di crescita professionale e formazione continua”.

In un momento storico in cui sembra che il lavoro del cantiere non attragga più, specie le nuove generazioni, ci si chiede cosa possiamo imparare da una storia come questa. Non possiamo pensare che le ragioni che avrebbero spinto un giovane cinquant’anni fa ad intraprendere una carriera nelle costruzioni possano essere le medesime oggi. Serve forse una nuova immagine che rappresenti il lavoro in cantiere, servono forse politiche nazionali più convincenti, supportate da un’offerta formativa credibile e di qualità, che parta dall’istruzione secondaria e accompagni i giovani studenti, motivandoli sia dal lato professionale che da quello economico.

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