La notizia della tragica morte dell’imprenditore Ait El Hajjam Brahim, titolare della Veneta Pavimenti Sas, stroncato da un malore mentre stendeva il calcestruzzo in un cantiere di Bologna, giunge in concomitanza con una serie di ordinanze regionali che limitano il lavoro all’interno di cantieri, cave, campi e nei vivai nella fascia oraria considerata più calda. Dalle 12.30 alle 16 è prevista la sospensione delle attività lavorative in determinati giorni ritenuti da “bollino rosso” a causa del caldo eccessivo.
La prima regione ad aprire a queste limitazioni è stata il Lazio, che già a partire dai primi di giugno aveva imposto uno stop alle attività, in vigore fino al 31 agosto. Nella giornata di oggi, in Lombardia, il governatore Attilio Fontana firmerà l’ordinanza “anti caldo”, che sarà attiva a partire da domani e fino al 15 settembre, sempre limitatamente ai giorni identificati come critici dal sito worklimate.it.
L’Emilia Romagna l’ordinanza l’aveva emanata proprio ieri, proprio ieri, anche se la morte dell’imprenditore di 47 anni è avvenuta alle 12, quindi mezz’ora prima dello stop che sarà in vigore dal 2 luglio. Il titolare dell’impresa stava lavorando nel cantiere della palestra del nuovo Campus Kid di San Lazzaro, un progetto che prevede la realizzazione di un centro all’avanguardia per le scuole Jussi e Donini, alle porte di Bologna.
Tra le altre Regioni che hanno adottato provvedimenti simili figurano anche Sicilia, Puglia, Umbria, Toscana, Abruzzo, Campania e Calabria, a sottolineare la portata nazionale di questo problema.
“L’emergenza climatica ha con ogni evidenza aggravato le condizioni di chi lavora ogni giorno all’esterno e le aziende devono priorità assoluta alla tutela dei lavoratori, mettendo in atto tutte le misure di maggior cautela necessarie a proteggere i lavoratori dai rischi connessi all’esposizione al calore”, hanno commentato Susanna Sandri, della Cgil di Bologna, e Luca Simonazzi, della Fillea Cgil.
Temi importanti, che possono portare ad altrettanti spunti di riflessione, che invitano tutti noi che facciamo parte della filiera del calcestruzzo ad alcune considerazioni su quanto sia importante adottare – e adattare – buone pratiche di lavoro ad un contesto mutato drammaticamente. Il cambiamento climatico è un fatto, da cui abbiamo il dovere di proteggerci e di proteggere gli altri, adottando tutte le misure necessarie per tutelare i lavoratori che ogni giorno rischiano la vita. Ai pericoli rappresentati dalla movimentazione di carichi sospesi, dal lavoro in altezza, che vengono percepiti forse come rischi più immediati, non possiamo più esimerci dal considerare le alte temperature come fattore potenzialmente fatale, che va dunque affrontato con accortezze idonee.