venerdì, Maggio 9, 2025

Nuovo Key Bridge di Baltimora, entro fine luglio il nome di chi lo costruirà

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Questione di poche settimane, e sarà individuato in via definitiva – entro la fine di luglio – il partner per la ricostruzione del Francis Scott Key Bridge di Baltimora, crollato nel marzo scorso in seguito alla collisione tra una nave cargo e uno dei pilastri di sostegno del ponte.

Webuild, attraverso la sua società americana controllata Lane si era candidata, nei primi giorni di maggio, a costruire il nuovo ponte, presentando pro-bono una proposta preliminare sulla base di un progetto elaborato dallo studio di Carlo Ratti, insegnante presso il Massachussetts Institute of Technology di Boston, con la collaborazione dell’ingegnere strutturista francese Michel Virlogeux.

Key Bridge Baltimora

Sull’onda della campagna americana guidata dal claim “webuild what America needs”, rilanciata qualche giorno scorso dai principali media statunitensi, Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, rilascia un’intervista al Baltimore Sun. Nell’articolo, viene sottolineata la leadership globale del gruppo Webuild nel settore delle infrastrutture, la storia dell’ azienda, che in oltre cento anni ha costruito 630 miglia di ponti e viadotti, e si fa riferimento alla progettazione e costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, che, se realizzato, sarebbe “il ponte sospeso più lungo del mondo”.

La Maryland Transportation Authority (MDTA) si è immediatamente prodigata per avviare i lavori per la demolizione dei resti del Key Bridge. Stando a fonti provenienti dal Nord America, il resto delle rampe su entrambi i lati del Francis Scott Key Bridge sarà demolito nei prossimi giorni, comprese le travi rimaste nella campata principale. Secondo l’MDTA le porzioni del ponte che hanno resistito al crollo non potranno infatti essere riutilizzate come parte del ponte nuovo, per questo saranno distrutte con metodi di demolizione meccanica ed esplosivi. Si parla di lavori che dureranno circa 10 mesi.

Key Bridge Baltimora

La Request for Proposals (RFP) per selezionare il partner al quale affidare la progettazione e costruzione del nuovo ponte è, dunque, arrivata ad un punto cruciale. Lo stesso presidente statunitense Joe Biden aveva espresso da subito l’intenzione di voler ricostruire al più presto il ponte con fondi del governo federale.

Il nuovo progetto presentato dallo studio di Carlo Ratti mette al primo posto la sicurezza attraverso alcuni accorgimenti volti a scongiurare la possibilità che si ripeta un incidente come quello di marzo 2024, che ha portato alla morte di sei persone. Il nuovo progetto parla di una modifica all’ingresso storico ponte – che fu inaugurato nel 1977 – e di un ampliamento della campata principale, oltre ad un differente piazzamento dei pilastri di sostegno, che verrebbero ancorati in acque basse, lontani dal canale di navigazione delle grandi navi. Prevista inoltre una corsia aggiuntiva in ciascun senso di marcia, che migliorerà il flusso di traffico.

Leggi anche: Webuild presenta un progetto per la ricostruzione del ponte di Baltimora

Il professor Ratti ha recentemente lanciato il progetto denominato “Good Vibrations” in cui si studiano soluzioni innovative per monitorare la sicurezza strutturale dei ponti utilizzando i dati dei cellulari. A questo si associa anche l’intervento di Virlogeux, che ha progettato diversi ponti in giro per il mondo, come per esempio il Ponte Vasco da Gama di Lisbona. 

Il nuovo Key Bridge, che il governo del Maryland stima potersi completare entro il 2028 con un costo tra 1,7 e 1,9 miliardi di dollari, rappresenterà la risorsa indispensabile per il rilancio di Baltimora e di tutta l’area a ridosso della vicina capitale Washington D.C., dopo mesi di sospensione del traffico veicolare e marittimo in un canale d’acqua strategico per gli Stati Uniti, con i suoi 700 piedi (213 metri) di larghezza e i 50 piedi (15 metri) di profondità di manovra.

Key Bridge Baltimora
Veduta aerea del Canale di Panama

La nuova infrastruttura dovrà riportare Baltimora nella top 10 degli scali marittimi del Nord America, grazie alla possibilità di beneficiare al massimo delle capacità riconosciute all’epoca della costruzione del nuovo Canale di Panama (realizzato da Webuild nel 2016) che ponevano Baltimora fra i soli quattro porti della costa Est (insieme a Norfolk, New York/New Jersey e Miami) ad avere una profondità d’acqua sufficiente per accogliere le navi New Panamax. Una profondità raggiunta sulla costa del Pacifico da Los Angeles, Long Beach, Oakland e Seattle.

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