Decreto CAM e burocrazia metteranno a rischio i cantieri stradali? Dal 21 dicembre scorso, quella che doveva essere una norma di forte accelerazione per lo sviluppo dell’economia circolare ha creato, di contro, un grande allarme, come ha dichiarato il presidente Siteb (Sindacato italiano emulsionatori di bitume), Alessandro Pesaresi, riconoscendo “agli uffici del ministero il merito di aver cercato di ordinare una materia assai complessa nel settore delle opere stradali”, ma esprimendo preoccupazione “per la diffusa carenza di informazioni in materia, con il rischio concreto di una accelerazione dei procedimenti di gara banditi secondo le procedure ordinarie entro la scadenza imminente di applicazione dei CAM”. Con la conseguenza di un blocco delle gare per impossibilità di ottemperare ai nuovi requisiti imposti a tutte le opere.
Nel dossier inviato al ministero dallo stesso Siteb sono illustrate le maggiori criticità applicative. Tra queste, l’incompatibilità del decreto con la necessaria attività informativa e formativa e di adeguamento alle prescrizioni. In secondo luogo, l’applicazione di clausole e criteri indifferentemente a tutti i servizi di progettazione e di esecuzione dei lavori, senza considerare le specifiche entità e tipologie dei lavori. Il Siteb raccomanda, invece, un criterio di gradualità con l’applicabilità dei CAM, almeno nella fase iniziale, solo per i lavori sopra una certa soglia di importo.