L’80% di tutti i prodotti derivati dai rifiuti inerti provenienti dal settore dell’edilizia rischia di non essere più utilizzabile dal 2023. L’Anpar, l’Associazione italiana dei produttori di aggregati riciclati, lancia l’allarme. “Delle 40 milioni di tonnellate trasformate oggi, 32 milioni non sarebbero conformi al nuovo decreto End of Waste, che regola l’utilizzo dei materiali inerti, e andrebbero smaltite in discarica. Solo 8 milioni di tonnellate rimarrebbero nel circuito dell’economia circolare”.
Colpa dell’eccesso di burocrazia. “I rifiuti inerti sono tanti – spiega Paolo Barberi, presidente dell’Anpar – Chi redige le norme spesso non conosce la materia. Una cinquantina di codici identificano i materiali e la loro provenienza e la regola End of Waste avrebbe dovuto comprenderli tutti, ma ministero dell’Ambiente e Ispra ne hanno considerati solo 18. Oltre a ciò, sono stati imposti limiti e verifiche in contraddizione con precedenti decreti”.
Nei primi giorni di agosto si è aperto comunque un nuovo confronto tra gli industriali del settore e il ministero della Transizione ecologica, che ha dichiarato la disponibilità ad apportare le necessarie modifiche al decreto e salvare così un pezzo importante dell’economia circolare del Paese.