L’effetto dell’esondazione del fiume Seveso del 31 ottobre continua a scuotere Milano, con una crescente polemica tra il Comune e la Regione Lombardia, in uno scarico di responsabilità che non giova di sicuro alla sicurezza pubblica. L’evento che si è riversato su Milano alle prime ore del mattino del 31 ottobre ha causato gravi danni e numerosi disagi in diversi quartieri della periferia settentrionale della città, incluso il quartiere Isola, evento raro che si era verificato solo una volta negli ultimi anni, nel novembre del 2014. Il dibattito è acceso sulla tempestività della realizzazione delle vasche di contenimento, in particolare sulle tempistiche e l’efficacia delle opere in corso.
Il conflitto è stato inizialmente scatenato dall’assessore milanese alla sicurezza, Marco Granelli, che ha sollevato dubbi sulla prontezza della giunta Fontana nella finalizzazione delle vasche di contenimento previste per arginare il pericoli derivanti dall’esondazione del fiume Seveso.
“Milano è pronta, -ha affermato Granelli – la vasca è in collaudo ed entrerà in servizio a fine novembre, ma quelle di Regione Lombardia sono indietro”.
Alle 8.30 del 31 ottobre, i Vigili del Fuoco avevano già eseguito oltre 20 interventi in tutta la città. I danni includono strade allagate, caduta di alberi che hanno danneggiato veicoli, interruzioni dell’energia elettrica in alcuni quartieri e persino incidenti alle fermate della metropolitana, con deviazioni delle linee di tram e bus.
Le vasche di contenimento sono al centro di una vera e propria controversia. Attualmente, una vasca si trova al Parco Nord, mentre le altre tre sono in costruzione a Paderno Dugnano-Varedo, Lentate sul Seveso e Senago. Queste vasche sono progettate per assorbire le piene del Seveso, contenendo temporaneamente le acque per evitare esondazioni a Niguarda.
La polemica ha coinvolto vari esponenti politici. Il capogruppo del Pd in Regione Lombardia, Pierfrancesco Majorino, ha invitato alla collaborazione anziché a concentrarsi sulle polemiche e ha elogiato l’amministrazione comunale di Milano per le misure adottate. Tuttavia, dall’altra parte, l’assessore al territorio di Regione Lombardia, Gianluca Comazzi, ha chiesto le dimissioni di Granelli, mettendo in evidenza i ritardi nei lavori della vasca di laminazione di Bresso di competenza del Comune.
Il dibattito politico è ancora in corso, mentre la città cerca di riprendersi da un evento drammatico che richiama l’importanza di completare rapidamente queste opere. Entro la fine del 2023, i lavori dovrebbero essere conclusi, offrendo alla città una maggiore sicurezza contro futuri eventi di esondazione del Seveso.
Come funzionano le vasche di contenimento
Una volta scattato l’allarme di allerta, entreranno in azione le paratie di regolazione, che si abbasseranno per poter arginare il corso dell’acqua ed evitare quindi l’esondazione. Allo stesso tempo, verranno alzate altre due paratie per far sì che l’acqua in eccesso finisca nel bacino idrico, che ha una capacità di un massimo di 250mila metri cubi di acqua. Quando l’allarme sarà poi rientrato, l’acqua verrà pompata gradualmente verso il fiume Seveso, in modo da dare ai mezzi la possibilità di scendere fino al fondo vasca e ripulire tutto per re-immettere l’acqua di falda. Queste operazioni hanno una durata prevista tra i 2 e i 4 giorni.