L’attesa è finita: domani, sabato 7 dicembre, si celebrerà la riapertura della cattedrale di Notre Dame di Parigi, cinque anni dopo l’incendio spaventoso che ha lasciato un segno indelebile nel cuore dei parigini, della Francia intera, e di tutti coloro che, almeno una volta, si sono lasciati incantare dalla maestosa potenza di un simbolo – oltre che del cristianesimo – dello stile architettonico gotico francese.
Nel complesso delle opere di restauro, commissionate dall’istituto pubblico Rebâtir Notre-Dame de Paris, troviamo il contributo fondamentale di un leader quale Mapei, che ha fornito soluzioni di alto livello per il delicato recupero strutturale delle volte del transetto, dei due bracci del transetto e della navata, oltre che del coro. Collaborando con le due imprese esecutrici Lefèvre e CCR (gruppo Balas), vincitrici delle gare d’appalto, Mapei ha messo in pratica le proprie conoscenze e competenze più avanzate nel campo del rinforzo strutturale.
I lavori di ricostruzione delle volte hanno avuto inizio durante la primavera 2022, dopo la formazione di muratori e scalpellini sul corretto utilizzo della soluzione scelta da parte di Mapei. I lavori si sono svolti ogni giorno nel massimo rispetto del patrimonio e con la competenza di diversi esperti nel campo del restauro di monumenti storici. Con l’obiettivo di ripristinare la situazione precedente all’incendio è stata selezionata e utilizzata una malta premiscelata, a base di calce idraulica naturale ed Eco-Pozzolana, fornita da Mapei e rinforzata con la rete di fibra di vetro.
Si tratta di una soluzione specificatamente sviluppata per il consolidamento di opere storiche, e approvata da una équipe di tre architetti specializzati in monumenti storici e responsabili del progetto: Philippe Villeneuve, Rémi Fromont e Pascal Prunet con la collaborazione, per le strutture, dell’architetto italiano Carlo Blasi. La soluzione proposta da Mapei è stata sottoposta ad un anno di test, condotti attraverso numerosi esperimenti in laboratorio e in situ, prima di essere definitivamente approvata dai tre architetti.
“Questo intervento strutturale, agendo come un vero e proprio guscio, restituisce alle volte in muratura la loro originaria forma e resistenza – dichiara Thomas Briac, ingegnere addetto ai lavori dell’azienda Lefèvre – mitigando gli effetti di futuri movimenti ed evitando fratture nei giunti con le adiacenti zone ricostruite. Il ricorso alle tecnologie più innovative è di grande aiuto perché un progetto sul patrimonio non è per questo un progetto fuori dal suo tempo”.
“È stata molto apprezzata la lunga esperienza che Mapei può vantare relativamente alle malte impiegate nei lavori di restauro e consolidamento – ha dichiarato Carlo Blasi, consulente per la direzione dei lavori di rinforzo strutturale della Cattedrale di Notre Dame – Mapei è stata in grado di dimostrare che i suoi materiali erano stati testati, sottoposti a varie prove e possedevano anche certificazioni relative alle loro resistenze”.
Alla cerimonia di riapertura di domani parteciperanno le maggiori cariche istituzionali francesi e internazionali, inclusi il presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, il principe William, Sergio Mattarella, Ursula von der Leyen, il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier e anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Il lavoro che riporta la cattedrale alla fruizione di fedeli e turisti provenienti da tutto il mondo dopo il tragico evento del 2019 è il frutto di un’opera di restauro monumentale, che ha coinvolto oltre duemila artigiani e lavoratori specializzati, con l’obiettivo (per nulla semplice) di riportare la cattedrale al suo antico splendore, restaurando la guglia, le opere d’arte e gli arredi liturgici danneggiati dalle fiamme.