L’azienda emiliana CAMS, specializzata nella progettazione e nella produzione di impianti di frantumazione, triturazione e vagliatura, si è presentata ad Asphaltica (la scorsa settimana dal 9 al 12 ottobre) con una significativa novità relativa alle strategie di espansione e di mercato e con uno dei prodotti di punta realizzati per il settore stradale.
In occasione della manifestazione italiana dedicata al settore stradale, svoltasi nei padiglioni di Bologna Fiere, CAMS ha annunciato l’acquisizione della storica azienda Malavasi G., attiva nella produzione di macchine per il settore stradale (in esposizione la vibrofinitrice Pavijet MG7 Super). Lato prodotto, invece, l’azienda emiliana ha deciso di portare in esposizione il Centauro 100.32.
Acquisizione strategica nel segno dell’eccellenza artigiana
L’azienda Malavasi G. – nata all’inizio degli anni Sessanta a Sorbara, un piccolo centro della provincia di Modena – si è mossa inizialmente nel settore metalmeccanico per movimento terra, per specializzarsi poi nella produzione e commercializzazione di macchine per il settore stradale. Nonostante l’evoluzione, ha sempre mantenuto il prezioso carattere artigianale. A testimoniarlo, le sue macchine e attrezzature che, vendute in oltre 30 Paesi nel mondo, sono coperte da brevetto internazionale, come per esempio gli allargamenti idraulici e banchi telescopici per vibrofinitrici, e le mini finitrici Pavijet, considerate le più compatte al mondo. Cams con questa acquisizione intende accompagnare l’azienda nel futuro, tramandandone l’attenzione per la qualità e il costante miglioramento del lavoro stradale.
“Per noi è una grande soddisfazione avere acquisito una realtà come Malavasi G., ne abbiamo sempre apprezzato il carattere artigianale e la cura di ogni singolo dettaglio, oltre alla conoscenza del settore stradale – spiega Andrea Trentini, ingegnere e direttore commerciale di Cams – La nostra azienda s’impegnerà al massimo per continuare la sua tradizione facendo crescere ulteriormente il riscontro sul mercato”.
Ecco dunque che Cams ad Asphaltica ha presentato la vibrofinitrice Pavijet MG7 Super firmata Malavasi G., ideata per aree di medie dimensioni e in particolare per lavori di asfaltatura di piste ciclabili, marciapiedi, parcheggi, piazzali, trincee, riparazioni dell’asfalto, lato strada. Si tratta di una finitrice totalmente idraulica che si aggancia a qualsiasi skid loader di almeno 20 Hp (15 Kw). L’aggancio avviene meccanicamente e il collegamento idraulico tramite gli innesti rapidi. Le sue dimensioni ridotte fanno di Pavijet MG7 Super una macchina facile da trasportare e da utilizzare. Da mettere in evidenza le funzioni totalmente idrauliche (coclea, sollevamento/abbassamento del banco, estensione/ritrazione del banco, apertura/chiusura della tramoggia); il banco idraulico ritraibile che rende la macchina molto versatile in qualsiasi situazione e permette di bypassare gli ostacoli; la manovrabilità sia da bordo macchina con la pulsantiera sia da esterno con il radiocomando. Altri vantaggi sono la larghezza di stesa variabile da 30 a 200 cm, l’alta velocità di stesa e la capacità di stendere tipologie di materiali (asfalto, cemento, sabbia, inerti).
Recupero totale
Molto apprezzato dalle imprese stradali, il Centauro 100.32 di CAMS – della cui serie è stato presentato proprio ad Asphaltica il nuovo logo – è un impianto di frantumazione che combina trituratore, vaglio e un deferizzatore magnetico in un’unica soluzione ed è in grado di gestire materiali difficili da trattare ( anche bagnati), mantenendo la produttività costante in condizioni di lavoro non ottimali. Dotato di radiocomando per la gestione della macchina da remoto, grazie a un’innovativa tecnologia brevettata, il Centauro frantuma sfruttando lo sforzo di taglio, riducendo consumo energetico, costi di gestione e impatto ambientale per via dell’alimentazione ibrida (diesel/elettrica) o totalmente elettrica. Vanta anche programmi automatici per la triturazione di materiali differenti.
Il trituratore, il vaglio e il deferizzatore magnetico sono combinati tra loro su un carro cingolato e sono alimentati da un gruppo elettrogeno formato da un motore Stage V e da un alternatore che aziona i motori elettrici; questi ultimi, a loro volta, permettono agli elementi stessi di funzionare. In particolare, il 100.32 è in grado di recuperare il 100% dell’asfalto, oltre che inerti e macerie. Vediamo brevemente alcune caratteristiche tecniche salienti. Tramoggia dalla capacità di 3 metri cubi, bocca del trituratore 1.000 x 900 mm, vaglio a due piani dalla superficie di 3.200 x 1.000 metri cubi, produzione massima di 120 tonnellate all’ora. Tra gli optional sono disponibili le sovrasponde idrauliche, gli spintori idraulici, il GPS, il sistema di pesatura, la pompa di carico gasolio e l’elettropompa.
Perché recuperare il fresato d’asfalto?
I dati ci danno una risposta immediata. In Italia si producono annualmente circa 15 milioni di tonnellate di fresato d’asfalto, di cui solo il 60% circa viene riutilizzato. I restanti sei milioni finiscono in discarica, con un impatto significativo sull’ambiente. È un aggregato che si ottiene dalla frantumazione a blocchi e dalla fresatura degli strati in conglomerato bituminoso delle pavimentazioni stradali. Il suo riuso porta una serie di vantaggi agli operatori del settore e alle pubbliche amministrazioni. Innanzitutto la qualità del prodotto riciclato è uguale all’originale, inoltre il suo riutilizzo porta ad un risparmio economico, grazie a minori spese da sostenere per l ‘acquisto di inerti “vergini”. Il beneficio nobile della salvaguardia dell’ambiente, poiché l’uso di RAP (prodotto da asfalto riciclato) consente di ridurre le emissioni di gas serra e un minore prelievo di risorse naturali come sassi, sabbia e ghiaia. Il risultato di questo circolo virtuoso comporta meno rifiuti nelle discariche, più durevolezza delle pavimentazioni, caratterizzate da una maggiore rigidità e una più bassa probabilità di rotture.
Per CAMS, Asphaltica è stata l’occasione di lanciare il suo nuovo approccio comunicativo, che è anche una vera e propria filosofia aziendale. Il payoff “Il futuro è verde”, grazie alla creatività dello street artist e illustratore burla22, si è trasformato in arte. Lo spazio espositivo stesso si è presentato popolato da personaggi onirici positivi che proiettano il visitatore in un domani meno inquinato. La comunicazione diventa racconto e immagina un lieto fine, un mondo dove il riciclaggio inerti è sempre più diffuso, le materie prime meno sfruttate e la natura si riappropria dei suoi spazi.