Il 12 gennaio sono stati inaugurati i primi 8 chilometri e mezzo della nuova linea ferroviaria parte del Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi/Nodo di Genova, nel tratto tra Rivalta Scrivia e Tortona, consentendo così il ritorno dei treni regionali tra Tortona e Novi Ligure dopo ben sei anni in cui il servizio era stato sospeso.
Così, da lunedì 15 gennaio 6 treni regionali di Trenord circolano tra Tortona e Novi Ligure e viceversa lungo la linea Milano – Novi Ligure/Arquata Scrivia con fermata a Pozzolo Formigaro, stazione che riapre dopo la chiusura necessaria per consentire gli interventi di potenziamento infrastrutturale e i lavori di restyling che l’hanno interessata.
All’inaugurazione del primo viaggio hanno partecipato numerose personalità, tra le quali il viceministro Edoardo Rixi, che ha rilasciato diverse dichiarazioni, tra cui quella che riportiamo di seguito: “Il Governo ha assicurato tutti i fondi necessari per completare l’opera nei tempi stabiliti dal PNRR. Una scadenza che impegna tutti i soggetti convolti, dal Commissario alle aziende, per rispettare il cronoprogramma nella realizzazione della più grande opera ferroviaria d’Europa. Gli scavi sono a buon punto e le soluzioni tecniche sono state delineate. Dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione”.
Il progetto
Facciamo un po d’ordine, in un’opera che si sta realizzando, non di certo senza intoppi o rallentamenti, dall’autunno del 2013. La linea è ritenuta una priorità nell’ambito del collegamento con l’Europa centrale per il trasporto delle merci che transitano giornalmente dal porto di Genova. In particolare, l’opera si inserisce nel Corridoio Reno-Alpi che è uno dei corridoi della rete strategica transeuropea di trasporto che collega le regioni europee più densamente popolate tra il porto di Rotterdam (sul Mare del Nord) e il Nord Italia.
La nuova opera segue le linee guida indicate nel Libro Bianco dei Trasporti dell’Unione Europea, secondo il quale entro il 2030 il 30% del traffico merci dovrà essere trasferito su ferro, e il 50% entro il 2050, e darà vita a una vera e propria autostrada su rotaia sia per la notevole capacità della linea sia per l’elevata frequenza dei treni.
Più in generale la nuova linea ottimizzerà i trasporti in maniera sostanziale, andando a ridurre notevolmente i tempi di percorrenza sulle tratte Genova-Milano, Genova-Torino (circa un’ora) e Genova-Venezia (circa 3 ore).
Il Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi-Nodo di Genova è dunque una complessa infrastruttura che permetterà ai treni di viaggiare a una velocità massima di 250 km/h, attraversando le province di Genova e Alessandria e interessando 14 comuni fino a raggiungere la città di Milano.
Per meglio comprendere la portata di quest’opera diamo un’occhiata ai numeri: la sua costruzione interessa 15 milioni di metri cubi di materiali di scavo e saranno adoperati 3,5 milioni di metri cubi di calcestruzzo e 160.000 tonnellate di acciaio di armatura per cemento armato.
“I lavori per la costruzione del Terzo Valico dei Giovi, in particolare nella interconnessione con la linea ferroviaria storica Genova-Torino, stanno proseguendo come da programma: saranno conclusi entro il 2026 ed entreranno in funzione nel 2027”. Questa la dichiarazione dei responsabili del Cociv (il consorzio guidato da Webuild che sta realizzando il progetto) in Commissione Trasporti, rilasciata nel corso di un’audizione che era stata chiesta da alcuni consiglieri con particolare riferimento alle questioni sollevate dai sindaci della zona interessata e dai cittadini di Novi Ligure, in una precedente audizione in Commissione.
Intanto l’avanzamento complessivo dello scavo delle gallerie è pari a circa il 77% (68 km) su un totale di 88 km di opere in sotterraneo da realizzare, per una nuova tratta ferroviaria costituita da tre gallerie naturali, di cui la più importante è la galleria di Valico, di lunghezza 27 km, in cui sono attivi contemporaneamente diversi fronti di scavo sia con metodologia in tradizionale (uso di esplosivo e/o martelli demolitori) sia in meccanizzato (TBM Tunnel Boring Machine).
Ricordiamo che il Cociv ha dovuto rivedere il progetto per quanto riguarda il materiale con cui costruire la galleria, a seguito del crollo, nel giugno 2022 di una delle volte che ha ceduto, riversandosi su una TBM, bloccandola. Le rocce, contrariamene alle previsioni, erano così friabili da impedire lo scavo. A fronte di un’oggettiva impossibilità a procedere senza garanzie per la sicurezza dei lavoratori, per mesi furono eseguiti sondaggi in superficie tra Arquata e Voltaggio per meglio comprendere la composizione delle rocce.
Secondo quanto riportato nel sito ufficiale dell’opera, la spesa complessiva è pari a 6.853 miliardi di euro divisi in 6 lotti costruttivi e 2 opere complementari nel Nodo di Genova.