Nel progetto della Nuova Scuola Politecnica di Genova, il primo vero campus universitario italiano, Bimfactory ha svolto attività di consulenza ai progettisti nella stesura del Piano di Gestione Informativa, nella costruzione dei template di lavoro e nell’attività di coordinamento BIM.
Ubicata sulle alture tra Sestri Ponente e Borzoli, la collina degli Erzelli che si affaccia sulla città di Genova è adesso conosciuta principalmente come luogo dove nascerà il primo vero campus universitario italiano che ospiterà la Scuola Politecnica dell’Università di Genova all’interno di quello che è stato definito il Parco scientifico tecnologico “Great Campus”.
Pensato fin dall’inizio come luogo di contaminazione e incontro fra industria, centri di ricerca e mondo accademico, il campus è stato ideato in modo che gran parte della superficie diventi un grande spazio aperto. Gli edifici che ospiteranno classi e laboratori si affacciano su un’area pedonale che conduce ad una grande agorà per eventi.
Il Progetto, che porta la firma dell’architetto Mario Bellini, ha coinvolto un nutrito gruppo di professionisti, tra cui Euromilano nel ruolo di Project Manager, il Consorzio Progetto DVA (che comprende Progetto CMR e DVision Architecture), e altri professionisti come Zanardi Ingegneria, Studio Tecnico B&G, Teampavia ed il Prof. Oliaro, che hanno ricevuto l’incarico per la redazione del Progetto Urbanistico-Edilizio e del Progetto Esecutivo di un complesso di quasi 60mila m² tra aule, uffici, laboratori e aree parcheggio. Bimfactory ha svolto attività di consulenza ai progettisti nella stesura del Piano di Gestione Informativa, nella costruzione dei template di lavoro e nell’attività di coordinamento BIM.
Gli edifici progettati per l’Università sono stati pensati per offrire a studenti, docenti e ricercatori non solo aule, laboratori e uffici adeguati allo svolgimento delle attività didattiche e amministrative, ma anche contribuire a realizzare un’esperienza di formazione completa.
Oltre all’impostazione delle attività di model checking e clash detection, a supporto del coordinamento di commessa è stata introdotta la gestione di un Ambiente di Condivisione Dati (ACDat) e di una piattaforma model-based per il registro delle interferenze e delle note di progetto.
“In un progetto così complesso, che richiede la collaborazione di diversi team di lavoro chiamati in causa ognuno per la sua area di competenza, è stato fondamentale l’utilizzo del BIM, in modo da centralizzare tutte le informazioni di progetto e identificare in un unico modello, condiviso con l’intero team di lavoro, le interferenze tra le diverse discipline specialistiche, già dalle prime fasi del progetto” –- dichiara l’Ing. Andrea Fronk, Direttore Tecnico e BIM Manager di Bimfactory – “Per noi è fondamentale mantenere un approccio metodologico basato sull’interoperabilità, in modo da permettere a ciascun progettista di utilizzare lo strumento che ritiene più opportuno ma al tempo stesso garantire un alto livello di efficacia nella trasmissione di dati ed informazioni. Le attività di coordinamento sono state effettuate tramite modelli IFC e le stesse attività di segnalazione delle interferenze sono state condivise tramite formato BCF all’interno dei modelli di lavoro”.
Questo grande e complesso progetto è nato come iniziativa privata ma, a partire dal Progetto Esecutivo, dovrà assecondare il cosiddetto “decreto Baratono”, che impone alle stazioni appaltanti l’obbligatorietà nell’adozione di metodologie e strumenti digitali nelle fasi di progettazione, costruzione e gestione delle opere pubbliche.