Il momento, quasi astratto, si è compiuto nel cielo grigio del silenzio che gonfia i cuori. Alla presenza del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, il nuovo ponte di Genova ha preso il largo con l’ultimo tassello (il diciannovesimo, delle campate previste) che ha completato i 1.067 metri dell’impalcato del nuovo ponte di Genova.
“Il ponte non è finito ma oggi celebriamo il ricongiungimento delle due parti della valle”, ha dichiarato, commosso, il commissario per la ricostruzione del ponte e sindaco di Genova Marco Bucci, pochi minuti prima del varo. Le maestranze intanto guardavano in alto, nella pioggia fitta della tarda mattinata, il vessillo di San Giorgio issato sull’ultima campata del nuovo viadotto come simbolo di coraggio per una nave – Genova, L’Italia – che non ha paura di affrontare la tempesta. La campata, dai 50 metri di lunghezza, è stata trasferita ieri fino alla rampa di ancoraggio agli strand jack che pochi minuti fa l’hanno portata in quota a circa 45 metri di altezza. La fine del varo, con l’incastro dell’impalcato tra le pile 11 e 12, si è conclusa alle 12,03, poco dopo la prolusione inaugurale del premier Giuseppe Conte.
Il ponte di Genova “è il simbolo di un’Italia che ce la fa a ripartire – ha ribadito il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – Credi che si tratti di qualcosa in più di un ponte”. Il riferimento è alla forte volontà di realizzare un’opera in tempi brevi, con tenacia e altissima professionalità, con l’eccellenza di imprese che hanno scritto un capitolo straordinario della storia contemporanea del nostro Paese (tra esse, non va dimenticato l’apporto di un campione del sollevamento come Fagioli, autore dei tiri e delle movimentazioni più importanti per gli elementi di composizione del nuovo viadotto).
La posa dell’ultima campata del nuovo ponte di Genova completa di fatto l’intero tracciato in acciaio previsto dal progetto di Renzo Piano. Il suono della sirena del cantiere ha riempito l’aria del Porto e il respiro della città di Genova, con le navi che hanno risposto all’unisono alla chiamata trionfale. La speranza ha preso il largo nel golfo della Nazione che crede ai suoi figli e alla costruzione della propria fortuna.