venerdì, Aprile 19, 2024

LE “OTTO SEMPLICI VERITA’ ” DI FEDERBETON SUL CALCESTRUZZO

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Il messaggio di Federbeton è forte. Quasi inequivocabile. “Otto semplici verità” per delineare una volta per tutte ruolo e caratteristiche del calcestruzzo sfatando i più diffusi e talvolta non corretti luoghi comuni.
Federbeton in questo modo traccia il profilo autentico di un materiale “che merita di affrancarsi da una retorica distorta che continua a descriverlo in termini assai lontani dalla realtà”, spiegano dall’organizzazione.

“Il cemento è la nostra casa, l’ospedale in cui siamo nati, la scuola in cui i nostri figli studiano, la palestra dove facciamo sport anche quando piove e fa freddo – dicono da Federbeton – È il viadotto che ci porta al lavoro o a trovare un amico, la galleria che attraversiamo per risparmiare ore di viaggio. L’aeroporto, la stazione, la metropolitana. È una risorsa indispensabile per le nostre vite, realizzata vicino a noi con materie prime naturali. È una “roccia fusa”, che l’uomo ha reso plasmabile e capace di esprimere prestazioni uniche”.

Il calcestruzzo ha una storia che affonda le sue radici nell’Antica Roma. Il continuo impegno delle imprese sul fronte dell’innovazione lo ha costantemente migliorato, rendendo oggi disponibili soluzioni in grado di rispondere nella maniera più efficace alle esigenze di una popolazione globale in costante crescita.

“Infrastrutture di collegamento ed edifici sicuri, durevoli e sostenibili rappresentano altrettanti bisogni di base per milioni di persone, che trovano nel cemento l’alleato più affidabile, versatile, duraturo e sostenibile, per concretizzare la propria idea di crescita economica e sociale – continua Federbeton – Il cemento permette di creare valore in termini del tutto complementari e funzionali alle moderne esigenze di sviluppo. Non solo garantisce prestazioni incomparabili, ma esprime appieno la logica dell’economia circolare, in continuo miglioramento in termini di riciclo, emissioni sul ciclo di vita dell’opera, utilizzo di materie prime e combustibili alternativi.

PRIMO PUNTO – Il cemento è il migliore antidoto al consumo di suolo

A differenza di altri materiali e grazie alla propria resistenza, si presta ad essere utilizzato per costruire edifici in elevazione sicuri e destinati a durare nel tempo. Le cosiddette Smart Cities stanno promuovendo modelli urbanistici sviluppati in verticale, abituandoci a nuove skyline di grattacieli realizzabili solo grazie al contributo del calcestruzzo. Dietro alle facciate e oltre il vetro, ci sono fondazioni e strutture in calcestruzzo, materiale sicuro, durevole e performante, nonché soluzioni tecniche e impiantistiche rispettose dell’uomo e dell’ambiente. Costruire in altezza permette di limitare il consumo di suolo soprattutto in presenza di crescenti esigenze abitative e infrastrutturali determinate dall’aumento demografico. In Italia così come nel resto del mondo, infatti, il livello di urbanizzazione è direttamente proporzionale alle esigenze della popolazione che vi risiede. Ogni eventuale incremento della produzione globale di cemento non risponde a una autonoma volontà delle imprese produttrici, che operano solo se esiste una committenza che le chiama in causa. In altre parole, la produzione di cemento è proporzionale alle esigenze degli abitanti del pianeta Terra, in costante aumento. Si tratta di esigenze non comprimibili, a meno che non si intenda relegare i cittadini dei paesi in via di sviluppo a esistenze prive di case, ponti, scuole e ospedali, che solo il ricorso a costruzioni in calcestruzzo è in grado di garantire in piena sicurezza. Immaginare di sostituire completamente il calcestruzzo con altri materiali è una idea non compatibile con i concetti di sostenibilità, durabilità, efficienza energetica e convenienza economica.

Se si fa riferimento alle diverse destinazioni d’uso del suolo, l’Italia è al di sotto della media europea per ciò che riguarda il costruito residenziale (5,7% contro la media europea del 6,7%). Rapportando il dato alla popolazione, utilizzando l’indicatore Eurostat “numero di stanze per abitante”, risulta ancora che l’Italia è al di sotto della media europea con 2,5 stanze/ab contro 3,2.

SECONDO PUNTO – Cemento e natura convivono da sempre e non sono antitetici

Il cemento è al servizio dell’uomo: è un materiale che, storicamente, ha dimostrato di saper dare sostanza alle progettualità urbanistiche o infrastrutturali espresse da ingegneri e architetti. Da sempre, cemento e calcestruzzo fanno la propria parte, consegnandoci un patrimonio di costruzioni e opere che sono parte integrante della quotidianità. Oggi, le aziende mettono a disposizione materiali innovativi e sempre più sostenibili. Adottare queste soluzioni intelligenti è una scelta che resta in capo agli enti preposti a sviluppare e realizzare la progettazione degli spazi urbani, rurali e industriali. Ad amplificare i fenomeni alluvionali e il rischio idrogeologico non è il cemento, ma l’assenza di adeguati sistemi di convogliamento delle acque, nonché l’urbanizzazione senza visione e senza rispetto delle più semplici normative. Anche in questo caso, progettare una piattaforma sistematica di interventi di infrastrutturazione – dalle reti fognarie agli acquedotti – consentirebbe di puntellare la congenita fragilità del nostro territorio. Così accadeva al tempo dei Romani, che non a caso sceglievano la pietra per costruire. Il cemento è un insostituibile alleato anche nella realizzazione di sistemi di protezione del territorio dal dissesto idrogeologico. Grazie agli investimenti in innovazione promossi dalle imprese, a ciascuna esigenza costruttiva corrisponde una specifica tipologia di calcestruzzo. Ad esempio, i nuovi calcestruzzi drenanti hanno la capacità di replicare le modalità con le quali l’acqua filtra naturalmente nel suolo. In questo modo, favoriscono il naturale drenaggio delle acque.

TERZO PUNTO – Chi produce davvero i gas climalteranti?

A livello globale, l’industria nel suo insieme si colloca al terzo posto per le emissioni di gas serra, dopo la produzione di energia e dopo le attività agricole. Sono queste le attività maggiormente responsabili delle emissioni di gas climalteranti. Dal momento che la produzione di cemento rappresenta solo una parte del più ampio comparto industriale, è evidente che non sia possibile addebitare alla filiera del cemento e del calcestruzzo la responsabilità dell’inquinamento sul nostro pianeta.

QUARTO PUNTO – Rispetto delle risorse idriche

I processi produttivi di cemento e calcestruzzo ottimizzano l’utilizzo di risorse idriche attraverso il riciclo delle acque di processo. Parte dell’acqua utilizzata nella produzione, inoltre, evapora naturalmente contribuendo al ciclo delle acque.

QUINTO PUNTO – Il cemento contribuisce a contrastare l’effetto “isola di calore”

La progettazione funzionale dei quartieri – con piani regolatori che prevedano la presenza di aree verdi -, la razionalizzazione degli spazi e l’utilizzo dei calcestruzzi di colore chiaro sono altrettante leve per affrontare in maniera efficace il problema della concentrazione di calore in alcuni momenti e in alcune aree delle nostre città. Non a caso, numerose nazioni stanno scegliendo proprio il calcestruzzo per la realizzazione di piste ciclabili e pavimentazioni in aree urbane, in quanto materiale capace di meglio disperdere il calore e garantire un elevato comfort nella fruizione degli spazi.

SESTO PUNTO – Il cemento promuove l’uso consapevole delle risorse naturali

Così come accade per tutte le attività umane, l’impiego delle risorse che la natura offre è funzionale alla produzione di beni e servizi che servono agli esseri umani per evolversi e incrementare la qualità della vita. Le imprese produttrici di cemento e calcestruzzo sono consapevoli del valore delle risorse naturali, ne promuovono un utilizzo consapevole e funzionale alle esigenze dei sette miliardi di abitanti del pianeta. Ad esempio, il ricorso alle materie prime naturali è oggetto di un importante sforzo di sostituzione con materiali riciclati, compatibilmente con i vincoli imposti dalle normative che spesso oggi rallentano questo processo.

SETTIMO PUNTO – L’impegno della filiera per la legalità

La missione della filiera del cemento e del calcestruzzo è fornire materiali da costruzione. Il largo utilizzo del calcestruzzo in edilizia è un merito da riconoscersi a un materiale che garantisce prestazioni funzionali e di sostenibilità senza eguali. Ogni eventuale utilizzo illecito del materiale, nel quadro di logiche di progettazione e costruzione funzionali a meccanismi distorti di corruttela, non può essere ascritto come responsabilità alle imprese produttrici. Al pari, gli eventuali casi di malcostume diffuso all’interno di alcuni sistemi di governo, a livello globale, non possono essere attribuiti alle aziende fornitrici di materiali da costruzione. La nostra filiera consegna un materiale eccezionale nelle mani di chi costruisce e progetta spazi pubblici e privati, con l’aspettativa e l’auspicio che ne venga fatto sempre l’utilizzo più appropriato e responsabile. Federbeton, inoltre, è impegnata attivamente attraverso iniziative volte a proteggere l’attività produttiva dal rischio di infiltrazioni criminose, anche in collaborazione con le amministrazioni e con le forze dell’ordine. Le aziende sono vigili rispetto a questa eventualità e aderiscono al codice etico promosso dalla Federazione.

OTTAVO PUNTO – Al servizio delle nuove costruzioni e del patrimonio già esistente

Le economie mature non possono permettersi di trascurare il patrimonio di edifici e infrastrutture che hanno ereditato dalle generazioni precedenti. Ammodernamento, rigenerazione e manutenzione sono concetti alla base della necessaria gestione del costruito, che non può prescindere dall’impiego di cemento e calcestruzzo: l’innovazione di prodotto rende oggi disponibili materiali capaci di intervenire in termini di massima efficacia e sostenibilità, economica e ambientale.


In conclusione, ricordiamo che Federbeton ha quali principali obiettivi quelli di diffondere la cultura dello sviluppo sostenibile promuovendo comportamenti virtuosi all’interno della filiera dell’edilizia e sostenere la qualificazione dei processi produttivi, la sicurezza sui luoghi di lavoro e l’innovazione delle pratiche costruttive, contribuendo a ridurre il consumo di risorse naturali non rinnovabili, nel solco della sostenibilità ambientale e dell’efficienza energetica.

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